Cassioli Giuseppe *
CASSIOLI GIUSEPPE
Firenze 1856 - 1942
Dopo aver studiato con il padre Amos, fu allievo dello scultore T. Sarrocchi all’istituto d'Arte di Siena. Esordì nel 1884 alla Promotrice fiorentina con un Ritratto e due studi di figura. Nel 1885 ottenne l’alunnato Biringucci, ed espose a Siena La lotta di Gillat con la piovra, tratto dal romanzo di V. Hugo. Nel frattempo la-vorava col padre agli affreschi celebrativi nel Palazzo Pubblico di Siena, conclusi nel 1886, anno in cui espose a Firenze il dipinto Luce dell'harem. Oltre ad assolvere a importanti commissioni come scultore (porta laterale del duomo di Firenze, 1899; tomba di G. Rossini in Santa Croce, 1902), si dedicò alla de-corazione di ambienti ecclesiastici in forme derivate dall’arte preraffaellita: per la chiesa della Sacra Famiglia, a Firenze, ideò un arredo composto da una pala con L'educazione di Gesù fanciullo e una serie di santi su fondo oro cui attese insieme agli allievi.
Cassioli Amos *
CASSIOLI AMOS
Asciano (Siena) 1832 - Firenze 1891
Dal 1850 frequentò l’istituto d’Arte di Siena dove fu allievo di L. Mussini che lo formò ai principi puristi e lo seguì per molti anni con attenta benevolenza. Nel 1856 esordì con una Immacolata Concezione per la Collegiata di Casole d’Elsa, e dallo stesso anno usufruì del pensionato artistico a Roma dove restò fino al 1860. Frequentando la Scuola Libera del Nudo all'Accademia di Francia, il pittore ebbe contatti con artisti tedeschi e francesi e, fra gli altri, con G. Moreau, E. Degas e J. J. Henner. Pur eseguendo studi ossequienti ai modelli del Mussini, in quegli anni Cassioli fu anche attratto da aspetti aperti al Naturalismo (Ritratto di S. Pointeau, studio, 1859; altro a olio, esposto a Firenze nel 1861). Con il cartone della Battaglia di Legnano nel 1860 vinse l'assegnazione di uno dei temi banditi dal concorso Ricasoli: il grande dipinto, terminato nel 1870 (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti) decretò la fama dell’artista come pittore di storia. Trasferitosi a Firenze, nel 1861 presentò tre ritratti all'Esposizione Nazionale e nel 1866 espose con successo all'Accademia il suo Lorenzo de' Medici che mostra a Galeazzo Sforza le suppellettili artistiche da lui raccolte (Siena, collezione Chigi Saracini; cartone, 1865, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Passato a tematiche più vicine alla sensibilità romantica, nel 1873 l’artista terminava per il Comune di Siena la grande tela con Provenzan Salvani liberamente affissosi nel Campo di Siena (collocato nel Palazzo Pubblico nel 1875). Nel frattempo lavorava a una Francesca da Rimini (1870) e alla Madonna del pensiero (1874, per la famiglia Bichi Ruspoli), opera apprezzata dall'ambiente inglese e tale da aprire al pittore il mercato artistico internazionale. Con P. Aldi e C. Maccari ebbe l’incarico di decorare la sala dedicata a Vittorio Emanuele II nel Palazzo Pubblico di Siena, dove fra il 1884 e il 1886 affrescò, con l'aiuto del figlio Giuseppe, La battaglia di Palestro e La battaglia di San Martino. Nel 1885 donò al Comune di Siena II giuramento di Pontida e nel 1887intervenne nella decorazione della cappella Franci nel cimitero della Misericordia di Siena. Al genere “pompeiano” si accostò con dipinti come l'Offerta a Venere (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti).

