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Carnevali Nino *

CARNEVALI NINO
Roma 1849 - dopo il 1912
Studiò con E. Serra, specializzandosi in quadri di genere e nei ritratti. Nel 1884 l’artista presentò all’Esposizione Internazionale di Roma un Ritratto e Le orfane (quest’ultimo è a Roma, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna). A partire dal 1885 fu membro della romana Società Amatori e Cultori alle cui esposizioni partecipò nel 1884, 1891, 1909 e 1910. Tentò anche temi di forte attenzione verista (Il colera a Napoli, esposto a Bologna nel 1888, Napoli, Comune) e la pittura di paesaggio (Campagna romana, esposto a Venezia nel 1905). Con l’Associazione romana degli Acquarellisti espose nel 1903 e nel 1909.


Carmine Michele *

CARMINE MICHELE
Bellinzona (Svizzera) 1854 - 1894
Di famiglia disagiata, l’artista riuscì a frequentare, l’Accademia di Brera, ove seguì i corsi di F. Hayez. Trascorsa la prima metà degli anni ’70 a Milano, dopo il ritorno in Svizzera alternò il lavoro di frescante (decorazioni delle chiese di Sementina e Gorduno, Bellinzona) alla pittura da cavalletto; nel 1879 la sua tela raffigurante il Coro della chiesa di San Vittore compariva alla Promotrice di Torino insieme a un quadro di figura. Carmine morì al ritorno da un soggiorno argentino di cinque anni.


Carmignani Guido *

CARMIGNANI GUIDO
Parma 1838 - 1909
Figlio di Giulio, entrò allAccademia di Belle Arti di Parma nel 1849. Dopo diversi viaggi nel nord dell’Italia, a partire dal 1854 iniziò a esporre sistematicamente alla Società d’Incoraggiamento di Parma le sue opere, soprattutto paesaggi, vicini alla lezione del padre, col quale spesso viene confuso e da cui derivò l’impianto a quinte prospettiche (Torrente Parma presso il ponte Dattaro, 1854, Parma, Galleria Nazionale). Peraltro si distinse da Giulio per una pennellata più veloce e pastosa (Una veduta presa dal torrente Parma, 1853, coll. privata) e perla capacità di schizzare scene vivaci giocate su un’attenta ricerca cromatico-luministica (Aranceria nel Giardino Ducale, 1857, Parma, Galleria Nazionale). Nel 1857, con un dinamismo culturale insolito nell'ambiente regionale, l’artista partì per Parigi dove entrò in contatto con J. Gérome, G. A. Decamps e il concittadino A. Pasini. Appartiene forse al soggiorno parigino il suo interesse per la fotografia di cui fece un ampio uso negli anni successivi, sia riportando sulla tela il punto di vista scelto nell’istantanea (Inondazione di Parma 21 settembre 1868, otto tavolette in sequenza, 1873, coll. privata) sia tagliando l’inquadratura con occhio fotografico (Campo di Marte, Melzo, Milano, coll. E. Carmignani). Rientrato in Italia nel 1858, dopo un passaggio a Bougival (Il tramonto sulla Senna a Bougival, esposto a Parma nel 1870, Parma, Istituto Toschi), collaborò come illustratore ai giornali La Villeggiatura e La Stagione. Ormai in accordo con le direttive della Scuola di Barbizon (Sul Ciglio-effetto inverno, 1879 ca., coll. privata) e del Na-turalismo toscano (Al ponte Dattaro presso Parma, 1867 ca., Parma, Pinacoteca Stuard) ottenne vari riconoscimenti alle esposizioni nazionali (L'agguato, 1866 ca., esposto a Parma nel 1870 e a Vienna nel 1873, coll. privata). Dal 1862 fu professore di paesaggio all'Accademia di Parma e nel 1877 incaricato per breve tempo all'Accademia milanese.


Carmignani Giulio *

CARMIGNANI GIULIO
Parma 1813 - 1890
Appartenente a una nota famiglia di tipografi, studiò in un primo tempo (dal 1821 al 1829 ca.) materie umanistiche al collegio Lalatta di Parma. Assunta nel 1837 la direzione della tipografia Carmignani (fino al 1862), probabilmente seguì in forma privata le lezioni di paesaggio di G. Boccaccio, che nel 1850 sostituì per breve tempo all’Accademia di Parma. Nel 1852 fu consigliere della neonata Società di Incoraggiamento dove espose quasi ininterrottamente dal 1860 al 1887. Il tratto definito e cristallino, le piccole pennellate, la costruzione calibrata e la luminosità diffusa dei suoi paesaggi (Un tramonto dopo la pioggia, 1864, Parma, Galleria Nazionale) avvicinano le opere di questi anni a G. B. de Gubernatis. Soluzioni più spiccata- mente vicine a certo romanticismo sentimentale (Paesaggio di montagna con la croce, 1845, coll. privata) riportano al primo A. Fontanesi, mentre nelle prove su temi legati al Romanticismo storico si fa sentire il richiamo a M. d'Azeglio (I montanari dell'Appennino toscano annientano nel 1358 al Palo della Scaletta la compagnia di ventura e fanno prigioniero il conte Lando che la comandava, 1845-1848, esposto a Parma nel 1870, coll. privata). Attraverso il figlio Guido, a Parigi nel 1857, si aggiornò sulle novità dei barbizonniers (Vento autunnale, 1866 ca., Comune di Zibello, Parma). Dopo il 1862, di ritorno da un viaggio a Napoli (testimoniato da alcuni taccuini conservati a Melzo, Milano, coll. E. Carmignani), mutò il suo linguaggio verso soluzioni più vicine alla Scuola di Posillipo (Parma dal torrente, 1867, esposto a Parma nel 1868, coll. privata). Un viaggio in Svizzera nel 1874 è documentato da diverse tele esposte in quell'anno alla Società d’Incoraggiamento (Svizzera. Torrente dopo la pioggia, Comune di San Pietro in Cerro, Piacenza). Forse a causa di una grave forma di tremito alle mani, intorno al 1882 fu costretto ad abbandonare la pittura, dedicandosi solo a studi letterari e alla poesia.


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