Fiamminghi Giacomo*
FIAMMINGHI GIACOMO
Luzzara (Reggio nell'Emilia) 1815 - Verona 1895
Allievo di A. Gualdi a Guastalla (Reggio nell’Emilia), passò poi all’Accademia di Parma con G. B. Borghesi e nel 1840, grazie all'intercessione di P. Toschi, all’Accademia di Firenze con S. Jesi. La sua prima commissione importante (San Sebastiano curato dalle pie donne, 1840, Parrocchiale di Luzzara), pur costruita con colorismo e levigatezze di derivazione bezzuoliana, destò scandalo negli ambienti ecclesiastici per il forte realismo delle figure femminili. Dal 1845, salvo una parentesi milanese (1860-1865), si stabilì a Verona, divenendo uno dei protagonisti della vita artistica cittadina: dal 1858 diresse la Società di Belle Arti, presso la quale espose assiduamente dal 1865 al 1892. Richiestissime le sue nature morte (Natura morta con melograno, 1872 ca., Verona, Galleria d’Arte Moderna), soprattutto di frutta, come attestano le presenze alle mostre di Torino, Firenze, Genova e Milano. Accanto ai ritratti di illustri veronesi, fu anche apprezzato autore di soggetti di genere (La cameriera in atto di presentare il caffè, esposto a Modena nel 1853; Il primo passo del fanciullo, esposto a Torino nel 1862 accanto a una inusuale Veduta con neve; Nina pazza per amore, Verona, Galleria d'Arte Moderna).
Fezzi Romedio*
FEZZI ROMEDIO
Termenago (Trento) ? - Pisa 1873
Attivo a Pisa dalla metà dell’Ottocento, si dedicò essenzialmente alla pittura di paese, secondo i modelli del vedutismo romantico di C. Markò padre, riconoscibile in Paesaggio in vista del mare (Milano, Galleria d’Arte Moderna). A Pisa tenne una scuola privata di pittura, frequentata fra gli altri anche dal giovane E. Cecconi.
Festa Tommaso*
FESTA TOMMASO
Varallo (Vercelli) 1819 - 1879
Nel 1847 ottenne dal vercellese Collegio Caccia il pensionato di studio a Roma, e nello stesso anno presentò un Davide alla Promotrice di Torino. Nel 1852 tornò a quella Esposizione con Una Baccante, mezza figura al vero. In seguito si dedicò anche a opere a fresco (Testa di vecchio, Bra, Museo Civico Craveri, già nella chiesa di san Giovanni battista; Mater Amabilis, Varallo, Pinacoteca) e al ritratto (Il deputato Turcotti; Il poeta Regaldi, Varallo,Pinacoteca).
Ferro Salvatore*
FERRO SALVATORE
Attivo a Messina nella seconda metà del XIX secolo
Non sono molte le notizie relative a questo pittore, già attivo nel 1882, quando partecipò con quattro dipinti all’Esposizione Artistico-Industriale di Messina. Si conosce una sua Vergine col Bambino, del 1896, conservta presso la chiesa messinese di San Clemente, mentre è andato perduto durante il terremoto del 1908 il dipinto di soggetto letterario, Il conte di Luna, eseguito per il municipio della città.
Ferri Domenico*
FERRI DOMENICO
Castel di Lama (Ascoli Piceno) 1857- Ascoli Piceno 1940
Studiò a Firenze, completando poi la formazione a Napoli con D. Morelli. Avviato allo studio della figura (Studi, esposti a Firenze nel 1884), a contatto con la scuola napoletana maturò un verismo attento alle tematiche sociali e pauperiste. Il suo Paganini al villaggio (1887, Ascoli Piceno, Pinacoteca Civica) fu premiato nel 1890 all’Esposizione di Belle Arti di Roma. Oltre che per i soggetti sacri (trittico con Sant'Emidio e i suoi compagni di martirio, cripta del Duomo di Ascoli Piceno), acquistò meriti anche come frescante e decoratore: nel 1895 realizzò una Allegoria della guerra sociale di Ascoli contro Roma nella sala del Consiglio Comunale della città; lavorò poi alla decorazione del teatro Comunale di Montelupone (Macerata) e nella collegiata di San Lorenzo a Spello (San Bernardino da Siena dona al popolo l'icona della Madonna). L’attività di ritrattista è documentata da opere in collezioni private.
Ferretti Paolo*
FERRETTI PAOLO
Reggio nell'Emilia 1822 - 1904
Pittore per eccellenza dei paesaggi della terra reggiana (Le Alpi di Cusna, Reggio, Musei Civici), proveniva da una famiglia contadina originaria di Villa Cavazzoli. Nel 1846 seguì i corsi di paesaggio di G. Fontanesi presso la Scuola di Belle Arti di Reggio e nello stesso anno prese a frequentare anche l’Accademia di Modena. Visse e operò sempre a Reggio, ma partecipò assiduamente, dal 1847 al 1882, a numerose esposizioni: a quelle di Modena (1847, Un paese), di Genova (1862, Avanzi del castello di Canossa), di Torino (1869, Pascolo), di Milano (1882, Mi ha risposto, Le foglie cadenti, Reggio, Musei Civici). Il singolare Congresso di rane (coll. privata) suscitò scalpore all’Esposizione di Firenze del 1881. La precisione calligrafica della pittura e il taglio fotografico delle vedute, uniti alla vocazione documentaristica delle inquadrature, ne fanno un prezioso testimone di architetture e scorci cittadini ormai scomparsi (Le prigioni della cittadella, coll. privata).
Ferrero Fasolis Giacinta*
FERRERO FASOLIS GIACINTA
Torino 1826 ca. - 1900 ca.
Dal padre Vittorio, dilettante, ereditò la passione per la pittura, specializzandosi come ritrattista (Ritratto del padre Vittorio Ferrero, 1851, Ritratto della madre Chiara Carelli Ferrero, 1854, coll. privata). Nel 1844 esordì alla Promotrice di Torino con due soggetti sacri (Ecce homo e Sacra Famiglia) e vi espose poi regolarmente, affiancando ai numerosi ritratti anche scene di genere, soggetti storico-letterari, copie (1848, La Monaca di Monza si confessa dal Cardinal Federigo).
Ferreri Vincenzo*
FERRERI VINCENZO
Perugia 1762 ? - Roma 1837
La sua formazione si svolse a Roma, dove strinse rapporti di amicizia e collaborazione con M. Leopardi, forse suo maestro, e dove fra il 1785 e il 1787 è documentato come uno dei migliori allievi dell'Accademia di San Luca. Intorno al 1790 realizzò le prime opere note, le uniche destinate alla regione d'origine (San Bernardino ricusa la dignità cardinalizia e il vescovado di Siena offertogli da Martino V nel 1430 e La croce del martirio presentata a sant'Andrea, oratorio dei Santi Andrea e Bernardino, Perugia). Ottenne importanti riconoscimenti al concorso Balestra del 1792 (Muzio Scevola che giura di vendicare la patria davanti a Por- senna, Roma, Accademia di San Luca) e all’Accademia di Belle Arti di Parma nel 1793 (Sacrificio di Polissena). Fra il 1812 e il 1813 realizzò i dipinti per il Palazzo Napoleonico al Quirinale. Per la committenza pontificia eseguì alcune decorazioni nella cappella Paolina al Quirinale (San Paolo e San Mattia, 1818), una lunetta nella galleria Chiaramonti in Vaticano (Emissione di leggi per la protezione delle antichità, 1818) e alcuni stendardi.
Ferrari Rocco*
FERRARI ROCCO
Montalto Uffugo (Cosenza) 1854 - 1917
Formatosi nelle Scuole locali, nel 1870 si recò a Napoli dove studiò all'Accademia di Belle Arti e privatamente presso gli studi di G. Toma e di I. Perricci (Ritratto del maestro Perricci, schizzo, 1881). Grazie a quest’ultimo poté perfezionare la tecnica di decoratore, con la quale eseguì numerosi lavori a Montalto (Excelsior, sala Comunale, Montalto), a Cosenza e, in collaborazione con Perricci stesso, a Roma (sala Bianca del Quirinale, 1871-1878) e nel castello di Corigliano Calabro.
Ferrari Giuseppe*
FERRARI GIUSEPPE
Verona 1835 - Roma 1913
Professore di geometria e prospettiva, si dedicò prevalentemente al paesaggio urbano, privilegiando la veduta architettonica. Il limitato numero di opere note, in larga misura ispirate a scorci milanesi, riecheggia insistentemente la lezione di L. Bisi, suo maestro a Milano all’Accademia di Brera, l’impronta del quale appare nella definizione prospettica e nell’accuratissima resa dei particolari architettonici (Cortile dell'Arcivescovado di Milano, 1863, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). L’affinità con alcune riprese di R. Lotze degli stessi anni e il tipo di inquadrature suggeriscono un legame con la tecnica fotografica (Cortile del Mercato Vecchio, 1865, Verona, coll. Banca Popolare). Prese parte alle esposizioni di Milano (1859-1879), di Firenze (1855-1878) e di Torino (1864-1878).
