Ferrara Onofrio*
FERRARA ONOFRIO
Napoli 1860 - dopo il 1916
Allievo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, esordì come pittore di genere partecipando alle esposizioni di Milano (1880, Dove guarda?) e alternando ai paesaggi (Da Como a Cernobbio, 1882) le scene d’interno e di tema popolaresco (1883, Nella bottega del fruttivendolo). Negli anni '90, spostatosi a vivere a Portici, seguitò a esporre solo saltuariamente alle mostre napoletane (1890, Fede, vizio e miseria) e partecipò alle mostre di Genova (1892), di Milano (1893, Il piccolo guappo napoletano, 1897, A Mergellina) e di Torino (1898, Il voto). Nel 1903 e nel 1904 figurò a Firenze con diverse opere.
Feroni Paolo*
FERONI PAOLO
Firenze 1807 - 1864
Aristocratico fiorentino, seppur da dilettante si volse presto alla pittura, partecipando alle mostre dell'Accademia fin dal 1826, con vedute e soggetti storici. Nel 1845 contribuì in maniera determinante alla fondazione della Società Promotrice fiorentina, alla quale partecipò nello stesso anno con tre soggetti di genere: Fattucchiera, Tradita, Riposo. Si dedicò a temi di ispirazione letteraria (Il patto di Faust, 1857, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna) e religiosa (Madonna col Bambino, copia dal Beato Angelico, esposta nel 1861 alla Promotrice torinese). Studioso d'arte, fu molto attivo nella vita culturale della città e nel 1860 fu nominato direttore della Galleria delle Statue.
Ferrabini Pietro*
FERRABINI PIETRO
Rancio (Como) 1787 - 1869
Paesaggista e frescante, insegnò disegno nelle scuole pubbliche di Lodi, dove fu attivo come decoratore, realizzando un ciclo al piano terra del distrutto Palazzo Beonio Brocchieri e gli affreschi di tema turchesco della Villa Cavezzali Gabba al Tormo presso Lodi. Della sua produzione di paesaggista si conserva Selva Greca (Lodi, Museo Civico), costruita su una rigida semplificazione prospettica.
Fergola Francesco J.*
FERGOLA FRANCESCO J.
Attivo a Napoli fra il 1838 e il 1883
Figlio di Salvatore, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Napoli a partire dal 1838. Confuso a volte con lo zio, suo omonimo, è individuabile per una resa del paesaggio più libera e vicina ai modi di G. Gigante, del quale aveva sposato una figlia. Presente alle esposizioni borboniche dal 1839 al 1859 (1839, L'isola de' Galli presa da sopra i Conti a Sorrento; 1841, Veduta di Caserta col Real Palazzo presa da S. Leucio; 1845, La veduta del Lacco di Ischia; 1855, Vicinanze di Sorrento), successivamente prese parte alle promotrici napoletane con alcuni acquerelli (1862, Il Castello d'Ischia; 1863, Marina di santa Lucia; 1863, Napoli da mare). Nel 1877 figurò all’Esposizione Nazionale di Napoli con uno studio (Nel bosco di Caserta) e due acquerelli (L'appressarsi di una bufera nel canale di Procida, Un chiaro di luna presso Capri, Napoli, Museo di Capodimonte), opere dove si mostra più decisa l’attenzione agli effetti di luce e alla tradizione del paesaggio romantico. Il suo nome figurò ancora alla Promotrice napoletana del 1879 (Castello d'Ischia, Cappella dell'Avvocatella della Cava) e a quelle del 1881 e del 1883.
Fellermeyer Josef*
FELLERMEYER JOSEF
Ingolstadt (Germania) 1862 - Milano ? dopo il 1908
Formatosi a Monaco di Baviera e poi a Parigi dove frequentò gli ateliers di B. Constant e J. L. Gérome, si trasferì a Milano nel 1896. Allo stesso anno risale la sua prima partecipazione alla Permanente milanese, con una coppia di ritratti e alcune tele (Mandolinata, Pietà, Innocenza) che indicano l’inclinazione del-l'artista per la pittura di genere. Nel 1908 partecipò all'Esposizione Internazionale di Monaco.
Fei Giuseppe*
FEI GIUSEPPE
Ferrara 1826 - 1891
Confuso talvolta con un sacerdote omonimo, frequentò a Ferrara la Scuola di Ornato sotto la guida di G. Domenichini. Visse a lungo a Palazzo dei Diamanti, dirigendovi la Pinacoteca dal 1860 al 1890. Attivissimo come restauratore e copista (Madonna del Pilastro, dal Garofalo), fu anche autore di numerosi dipinti sacri, informati a un lessico neo-cinquecentesco (Madonna in trono e santi, chiesa di Santa Lucia, Ferrara; Annunciazione, 1854, e L'Educazione della Vergine, 1862, Santuario della Madonna della Pioppa, Ospitale di Bondeno). Si interessò anche al genere storico (Renata di Francia e l'Inquisizione, Ferrara, Museo dell’Ottocento) e a partire dagli anni '70 partecipò alle collettive ferraresi con quadri di genere e nature morte (1877, Uccelli acquatici, Polli vivi). Alla Esposizione di Torino del 1898 inviò Senza sole e due anni dopo a Milano Momento critico.
Federici Antonio*
FEDERICI ANTONIO
Belluno 1790 - 1869
Allievo a Belluno di F. Mengardi, si trasferì nel 1807 all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove, l'anno successivo, ottenne diversi riconoscimenti. Rientrato nella sua città, si dedicò all’insegnamento ed ebbe tra i suoi allievi P. Paoletti e I. Caffi. La sua poco nota produzione pittorica, destinata alle chiese del Bellunese, fu generalmente impostata sui canoni accademici più consueti e rigidi, ben visibili nelle pale della Parrocchiale di Trichiana e della chiesa di Salce e nella Via Crucis della chiesa di San Pietro a Belluno.
Fea Pietro*
FEA PIETRO
Casale Monferrato (Alessandria) 1771 - Casalborgone (Torino) 1842
Allievo di L. Pécheux e dei Galliari (con Giovanni lavorò nel 1798 per il teatro Regio di Torino), ebbe incarichi pubblici in epoca francese e durante la Restaurazione. Professore all’Accademia di Belle Arti, nel 1820 vi espose Orazio al ponte e Rovine di S. Andrea di Chieri. Dei numerosi interventi decorativi compiuti a Torino (perduti), si ricordano quelli nella galleria del Museo di Storia Naturale presso l'Accademia delle Scienze (1810), nel Palazzo Reale (dopo il 1819), all’Università (1820), nello scalone del Palazzo di Città (monocromi ispirati all’antico, 1822), nella chiesa di San Lorenzo (1829) e nel Duomo (1835 ca.). Si sono conservati suoi affreschi nel Duomo di Biella (1838- 1839) e nella Parrocchiale di Balangero, in Val di Lanzo.
Fazi Giovanni*
FAZI GIOVANNI
Cupramontana (Ancona) 1838 - Roma 1926
Studiò a Roma, all’Accademia di San Luca e fu noto soprattutto come ritrattista. Sono ricordati anche quadretti di genere, come la Visita al curato e Dolcezze domestiche, mentre a Cupramontana si conserva la grande tela con la Distruzione dell'antica Cupra. Negli ultimi anni della sua attività, insegnò disegno a Iesi.
Favini Francesco Antonio*
FAVINI FRANCESCO ANTONIO
Coriano (Forlì) 1749 - Macerata 1843
Conosciuto col nome di Attanasio da Coriano, assunto quando divenne Minore francescano, si formò all’arte presso P. Ferrari a Parma e R. Fantuzzi a Bologna e si perfezionò studiando e copiando opere del passato. Artista prolifico, lavorò su temi sacri nei luoghi in cui svolse la sua azione religiosa (Martirio di san Biagio, Parrocchiale di Saludecio, Rimini; Concezione con i Santi Bonaventura e Diego, chiesa di Santa Croce, Macerata). Si ricorda anche un suo apprezzabile Autoritratto (Macerata, Seminario Vescovile), eseguito pochi anni prima della morte.
