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Bucchi Ermocrate *

BUCCHI ERMOCRATE
Urbino (Pesaro) 1842 - Milano 1885
Frequentò a Milano l'Accademia di Brera sotto la guida di L. Scrosati, che lo avviò alla pittura di fiori. Dal 1863 le sue opere a olio o ad acquerello (Rosa tea, Milano, Galleria d’Arte Moderna) apparvero regolarmente alle esposizioni milanesi, ottenendo inoltre un buon successo internazionale con la mediazione del mercante francese A. Goupil.


Bruzzi Stefano *

BRUZZI STEFANO
Piacenza 1835 - 1911
Figlio di un magistrato, frequentò saltuariamente le lezioni di L. Toncini all’istituto Gazzola di Piacenza, realizzando numerose, vivaci caricature (Uomini e donne che ballano; Caricatura di signore e signori, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi). Nel 1854 si stabilì per qualche anno a Roma presso il paesaggista A. Castelli che lo indirizzò verso una copia minuziosa e precisa del vero. L’artista adottò un segno limpido e pulito che non abbandonerà mai, anche quando la resa si farà più sintetica e pittorica (Punta della Menagora, Piacenza, Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi). A Roma fu in amicizia con N. Costa, frequentò S. Ussi, E. Gamba, A. Bӧcklin. Tornato nel 1859 a Piacenza, si ritirò nel piccolo borgo di Roncolo di Groppaldo, nell’Appennino piacentino. Qui studiò in particolare i soggetti agresti (Autunno nel bosco di faggi, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi), specializzandosi nella rappresentazione degli animali con particolare predilezione per le scene di pascoli, presto divenute la sua cifra distintiva (Veduta dell’Appenimo con tacchini, Testa di mulo, Pecore che si abbeverano, Sosta di pecore, Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi). Nel 1875 fissò la sua residenza a Firenze (tornando però tutte le estati a Roncolo) dove entrò in contatto col gruppo del Caffè Michelangiolo, divenendo amico di G. Fattori e T. Signorini. A dispetto delle critiche di D. Martelli che lo accusava di essere poco aggiornato, l’artista risentì del nuovo linguaggio della pittura toscana: schiarì la tavolozza e impastò di nuova luce la pennellata, abbandonando certi esiti bituminosi come appare nell’ardito accostamento cromatico delle Ragazze che lavorano all'ombra della casa (Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi). L’attenzione commossa agli umili e alle loro fatiche, l’interpretazione lirica della natura decretarono lo straordinario successo di questa pittura. Partecipò con costanza alle esposizioni, e ritornato nel 1896 a Piacenza, insegnò figura all’istituto Gazzola fino alla morte.


Bruschi Domenico *

BRUSCHI DOMENICO
Perugia 1840 - Roma 1910
Allievo del purista S. Valeri presso l'Accademia di Belle Arti di Perugia, esordì giovanissimo nella propria città con alcune decorazioni nella chiesa di San Pietro (1857). Partecipe dei moti del 1859, nello stesso anno visitò Venezia e Firenze dove, a contatto con S. Ussi, si aggiornò sulle ricerche nel campo della pittura storica. Nel 1861 espose a Firenze II dispotismo rovesciato dalla Giustizia. Dopo una lunga parentesi a Londra (1862-1868) si stabilì a Roma, chiamato a ricoprire la cattedra di ornato all’istituto di Belle Arti, mentre otteneva numerosi incarichi nella stessa capitale, da Perugia e dalla Sardegna. Un tono di ufficiale retorica scandisce le grandi imprese degli anni '70 (fra gli altri, gli interventi nel Palazzo della Provincia a Perugia e quelli nei palazzi di Montecitorio, del Quirinale, del Senato e della Consulta a Roma; nel Palazzo della Provincia a Sassari e in quello di Cagliari). L’evoluzione del suo linguaggio è esemplificata dalla decorazione dell’oratorio della Santissima Annunziata a Perugia (1878-1901): l’opera, lungamente elaborata, all’inizio presenta elementi puristi, per accogliere poi suggestioni veriste di matrice napoletana, fino a impreziosirsi di venature preraffaellite e di un brillante orientalismo alla Fortuny. Pittura alla moda, quella del Bruschi, svolta in modi disinvolti nella decorazione religiosa (1869, Perugia, chiesa di San Domenico; 1875-1878, Roma, chiesa dei SS. Apostoli; 1876-1877, Perugia, Duomo; 1880, Perugia, Episcopio) ma anche nel repertorio dell’omamentazione teatrale e nei sofisticati abbellimenti di nobili dimore (palazzi Baldelli- Bombelli e Salvatori a Perugia). Dopo la presentazione alI'Esposizione perugina del 1899 di Sorgente (Perugia, Accademia di Belle Arti) vicina ai modi di N. Costa o A. De Carolis, nelle prove degli ultimi anni attinse alle cadenze liberty (interventi in Palazzo Cesaroni, Perugia, con A. Brugnoli, 1903) mentre tornò alle tematiche storiche nella pittura da cavalletto (I Galli davanti ai senatori romani, esposto a Venezia nel 1905).


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