Fattori Giuseppe*
FATTORI GIUSEPPE
Firenze 1819 - 1888
Fu allievo di P. Benvenuti e di G. Bezzuoli all Accademia di Firenze, dove espose più volte soggetti sacri e di storia toscana, temi che trattò per tutta la sua carriera, mantenendosi fedele anche ai modi bezzuoliani (Filippo Brunelleschi che fa la prova dell'uovo, 1845, Firenze, Galleria dArte Moderna di Palazzo Pitti; San Giovanni Battista rimprovera Erode, acquistato dal granduca di Toscana Leopoldo II, Firenze, Galleria dellAccademia). Partecipò alla I Esposizione Nazionale di Firenze nel 1861. Nel 1877 il suo dipinto la Casta Susanna fu acquistato da re Vittorio Emanuele II all'Esposizione dell’Accademia fiorentina.
Farina Achille*
FARINA ACHILLE
Faenza (Ravenna) 1802 -1879
Dopo una prima formazione alla Scuola d’Arte della sua città natale, si perfezionò a Firenze frequentando lo studio di P. Benvenuti e partecipando alle esposizioni (1846, 1861, 1862) con numerosi dipinti di tema storico. Di ritorno a Faenza insegnò presso la Scuola di Disegno fino al 1864, quando gli succedette il suo allievo A. Berti. Si dedicò alla pittura su tela e contemporaneamente a quella su maiolica, maturando uno stile personale che sintetizzava la tradizione con le istanze del Romanticismo storico toscano. Fu autore di ritratti (Autoritratto, Faenza, Pinacoteca Civica) e di tele di soggetto biblico, dove si fa più evidente il suo interesse per la pittura secentesca (Giuditta e Oloferne, 1850 ca., Faenza, Pinacoteca Civica). All’attività di litografo si deve la diffusione delle opere faentine di F. Giani.
Faraforni Eugenio*
FARAFORNI EUGENIO
Attivo a Milano fra il 1862 e il 1883
Non si conoscono né i dati biografici né la formazione dell'artista, che nel 1869 presentava all’Esposizione di Brera Leonardo da Vinci nello studio del Verrocchio. Si può presumere che dopo questa data abbia compiuto un viaggio in Oriente, dal momento che nel 1873 inviava all’Esposizione di Vienna le tele Pastori nei dintorni di Suez e Trattoria araba. Pure di gusto orientalista furono le opere esposte in seguito alle mostre milanesi (1882, Moschea delle tombe dei califfi; Negozio di stoviglie-Cairo).
Fanti Enrico (Settimio)*
FANTI ENRICO (SETTIMIO)
Parma 1852 - 1922
L'artista è ricordato nei registri accademici, nelle carte autografe e nei cataloghi col nome di Settimio, mentre negli elenchi della Promotrice parmense sempre e solo come Enrico. Scambiato talora col padre Erminio, suo primo insegnante all'Accademia di Parma (dal 1866), è stato anche confuso con un omonimo concittadino, pittore dilettante e medico. Dopo un percorso scolastico ricco di premi, dal 1874 al 1893 partecipò regolarmente con soggetti paesaggistici alle promotrici di Parma, Torino, Genova e alle esposizioni di Milano (1872, 1876) e di Firenze (fra il 1875 e il 1889). L'inquadratura delle sue composizioni, inizialmente basata su ripartizioni per diagonali, dotate di una nitidezza e di un taglio scenografico che ricorda G. Boccaccio (Casa padronale con stagno, Fontevivo, Parma, Municipio), si sciolse poi in stesure più sintetiche, attente agli effetti luministici (Vicolo chiuso presso il duomo, Parma, Galleria Nazionale), aderenti alla lezione dei Carmignani (Sul Parma d'autunno, Soragna, Parma, Municipio).
Fantaguzzi Giuseppe*
FANTAGUZZI GIUSEPPE
Modena 1771 - 1837
Allievo dell'Accademia Atestina di Modena, diretta da G. M. Soli, esordì con una pala di impianto neoclassico per la chiesa del Voto (Santa Cecilia, 1794, realizzata su commissione dell'Accademia dei Professori di Musica). Vicini al gusto settecentesco del maestro sono pure alcuni disegni a matita, di pro-prietà dell'istituto d’Arte di Modena (Storie di Giuseppe, Storie di Rebecca). La sua produzione più apprezzata fu quella ritrattistica, nella quale sperimentò nuove aperture al lessico lombardo di G. Bossi e che gli assicurò una prestigiosa committenza in patria (Ritratto di gentiluomo, 1830 ca., Modena, Galleria Campori; numerosi ritratti a matita acquerello e biacca, Modena, Galleria Poletti). Dal 1815 fu coadiutore di G. Vincenzi all’Accademia, dove venne nominato professore di figura nel 1830.
Fantaguzzi Giuseppe*
FANTAGUZZI GIUSEPPE
Modena 1771 - 1837
Allievo dell'Accademia Atestina di Modena, diretta da G. M. Soli, esordì con una pala di impianto neoclassico per la chiesa del Voto (Santa Cecilia, 1794, realizzata su commissione dell'Accademia dei Professori di Musica). Vicini al gusto settecentesco del maestro sono pure alcuni disegni a matita, di pro-prietà dell'istituto d’Arte di Modena (Storie di Giuseppe, Storie di Rebecca). La sua produzione più apprezzata fu quella ritrattistica, nella quale sperimentò nuove aperture al lessico lombardo di G. Bossi e che gli assicurò una prestigiosa committenza in patria (Ritratto di gentiluomo, 1830 ca., Modena, Galleria Campori; numerosi ritratti a matita acquerello e biacca, Modena, Galleria Poletti). Dal 1815 fu coadiutore di G. Vincenzi all’Accademia, dove venne nominato professore di figura nel 1830.
Fantaguzzi Giuseppe*
FANTAGUZZI GIUSEPPE
Modena 1771 - 1837
Allievo dell'Accademia Atestina di Modena, diretta da G. M. Soli, esordì con una pala di impianto neoclassico per la chiesa del Voto (Santa Cecilia, 1794, realizzata su commissione dell'Accademia dei Professori di Musica). Vicini al gusto settecentesco del maestro sono pure alcuni disegni a matita, di pro-prietà dell'istituto d’Arte di Modena (Storie di Giuseppe, Storie di Rebecca). La sua produzione più apprezzata fu quella ritrattistica, nella quale sperimentò nuove aperture al lessico lombardo di G. Bossi e che gli assicurò una prestigiosa committenza in patria (Ritratto di gentiluomo, 1830 ca., Modena, Galleria Campori; numerosi ritratti a matita acquerello e biacca, Modena, Galleria Poletti). Dal 1815 fu coadiutore di G. Vincenzi all’Accademia, dove venne nominato professore di figura nel 1830.
Fantacchiotti Carlo*
FANTACCHIOTTI CARLO
Cortona (Arezzo) 1808 - Perugia 1860
Perugino di adozione, studiò con G. Sanguinetti all'Accademia, assimilando un purismo con influenze nazarene, come documenta il San Giovanni Battista (premiato al concorso Triennale del 1833). Il successivo perfezionamento a Roma, dove fu in contatto con T. Minardi e L. Cochetti, lo fece approdare a un nitido e misuratissimo equilibrio compositivo e formale, sostenuto anche da recuperi classici (I greci e i troiani si disputano il corpo di Patroclo, 1838 ca., Perugia, Accademia). Al rientro a Perugia, affiancò alla prevalente attività di restauratore (dipinti nelle chiese di San Pietro e del Carmine) quella di ritrattista (Antonio Mezzanotte, Carolina Mariotti Ticchioni, Giuseppe Mariotti Ticchioni) e di copista.
Fancisti Ulisse*
FANCISTI ULISSE
Firenze 1806 - dopo il 1858
Studiò all’Accademia fiorentina dal 1815, allievo di P. Benvenuti. L’attività di vedutista e di pittore d’interni è nota dal 1823 ed è anche documentata quella di copista nelle gallerie fiorentine, alimentata dalla forte richiesta straniera. Per favorire questo mercato, si dedicò alle vedute fiorentine, che iniziò a esporre all'Accademia dai primi anni '30: fra le altre è interessante Interno della Tribuna di Galileo alla Specola (1855) per l'attualità della trasposizione del luogo, finito di decorare pochi anni prima.
Fancelli Pietro*
FANCELLI PIETRO
Bologna 1764 - 1850
Figlio dell'ornatista Petronio, si formò a Venezia, dapprima sotto la guida del padre poi con il ritrattista bresciano L. Gallina. Verso la metà degli anni '80 rientrò a Bologna e frequentò l’Accademia Clementina dove ottenne il premio Curlandese del 1791, con La Morte di Virginia (Bologna, Collezioni Comunali d’Arte). Attivo per molti anni nell’ambito dell’Accademia bolognese (della quale fu anche nominato vice-principe), fu artista prolifico e restò legato al moderato classicismo dei Gandolfi, realizzando ritratti (Petronio Fancelli, 1785 ca., Bologna, Accademia di Belle Arti), pale d'altare (Le stimmate di San Francesco, 1796 ca., chiesa di San Francesco, Faenza; Sant'Anna con la Vergine, 1829, chiesa di Santa Maria Maggiore, Bologna), affreschi (monumenti sepolcrali alla Certosa) e sipari teatrali.
