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Borgoni Mario *

BORGONI MARIO
Pesaro 1869 - Roma 1931
Studiò presso l'istituto di Belle Arti di Napoli con I. Perricci e, giovanissimo, collaborò con il maestro agli affreschi della sala da pranzo del Palazzo Reale di Monza. Nell'attività di decoratore e cartellonista (Treviso, Raccolta Salce) interpretò il gusto dell'età umbertina nell'uso simbolico e trionfante della figura femminile (Napoli, volta del Salone Margherita; Napoli, sala della Presidenza della Camera di Commercio). Amico di D. Morelli, prese parte alle promotrici napoletane con soggetti di genere in larghe e sinuose forme tardonaturaliste (Ricordi!, 1888, Il rivale del sultano, 1890, Pallida Mors, 1891, Napoli, Amministrazione Provinciale, Lagrime vere, 1892, La Bohème,1896,Vendicata, 1897). Nel 1895-1896 espose a Roma presso la Società Amatori e Cultori (Uocchie ammennole). Dalla fine del secolo l'artista si dedicò soprattutto all'attività grafica e dal 1915 fu professore aggiunto di decorazione e ornato dell'Accademia napoletana.


Borgomainerio Luigi *

BORGO MAINERIO LUIGI
Como 1834 - Rio de Janeiro (Brasile) 1876
Allievo dell'Accademia di Brera, si dedicò ai temi storici e al paesaggio (Laguna veneta dalla punta della Motta; Laguna di Chioggia, esposti a Milano nel 1874). Fu un protagonista della Scapigliatura milanese e fu tra i fondatori della Famiglia Artistica. Noto anche come disegnatore collaborò, sotto gli pseudonimi “Don Ciccio” e “Nemo”, alle maggiori testate satiriche dell’epoca. Nel 1874 si trasferì in Brasile.


Borgognoni Romeo *

BORGOGNONI ROMEO
Ravenna 1875 - Pavia 1944
Allievo dal 1891 al 1900 della Civica Scuola di Pittura a Pavia, dove seguì dapprima i corsi liberi di paesaggio e poi quelli di P. Michis, nel 1893 vinse il premio Lauzi con l'opera Una sorpresa e nel 1900 si aggiudicò il premio Frank con Napoleone assiste all'Università ad una lezione di Fisica (Pavia, Museo Civico). Passato dal paesaggismo accademico (Prime nebbie sul Ticino, esposto a Torino nel 1898) alle esperienze dell’ultimo Realismo, fu assistente di G. Kienerk alla scuola pavese fin dal 1905. Nei suoi paesaggi trasse spunto dagli scorci di Pavia e della campagna circostante, resi con una tavolozza luminosa e vibrante; tentò anche con successo la tecnica del pastello (Natura morta, esposto a Milano nel 1906).


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