Facci Negrati Francesco*
FACCI NEGRATI FRANCESCO
Bassano (Vicenza) 1810 - 1839
Dalla Scuola di Disegno di Bassano passò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove esordì all'Esposizione annuale del 1836 con San Valentino (Parrocchiale di Gallio, Vicenza). Nella sua brevissima carriera dipinse numerose pale d’altare per le chiese della regione, a Bassano, a Romano (Morte di San Giuseppe), a Casoni (San Gaetano morente), impostate su moduli neocinquecenteschi. Al Museo Civico di Bassano si conserva il Ritratto di Achille Perinetti.
Facchinetti Niccolò*
FACCHINETTI NICCOLÒ
Treviso 1850 ca. - Longarone (Belluno) dopo il 1896
Dopo gli studi di architettura e di pittura, trovò impiego a Verona nel 1883 come illustratore presso il quotidiano L'Arena. L’esigua produzione pittorica risalente al decennio veronese, mostra un pesante debito nei confronti di A. Dall’Oca Bianca, sia nella scelta dei soggetti (scorci urbani e paesaggi pittoreschi) sia nell’interpretazione bozzettistica, come documenta il dipinto Il canale dell'Acquamorta (Verona, Galleria d’Arte Moderna). Partecipò alle rassegne di Milano (1882, Ritratto d'uomo, Scalone di villa Richard, Ritratto di signora, Tre studi dal vero; 1883), di Torino (1884, Ritratto di bambino; 1896, Le speranze della patria) e alla prima Biennale di Venezia (1895, Fosse abbandonate). Nel 1886, sotto lo pseudonimo di Alberto Silo, presentò un San Zeno alla Mostra della Società di Belle Arti di Verona.
Fabris Placido*
FABRIS PLACIDO
Pieve d'Alpago (Belluno) 1802 - Venezia 1859
Allievo di O. Politi e di T. Matteini all’Accademia di Venezia, vi esordiva nel 1821 con alcuni dipinti mitologici, di chiara impostazione neoclassica (fra gli altri, Amore e Psiche, già a Belluno, Museo Civico). Prese nuo-vamente parte alle esposizioni del 1824, con Sansone e Dalila, e del 1832, con II giudizio di Paride e La vergogna di Callisto. La produzione successiva fu caratterizzata da un recupero neocinquecentesco. Trasferitosi a Milano sin dal 1827 insieme a F. Hayez, ottenne fama per l'intensa attività di ritrattista, inaugurata nel 1832 con Ritratto dei genitori (Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca’ Pesaro), nel quale offrì una personale e raffinata interpretazione del ritratto familiare, filtrando da L. Lipparini toni di un intimismo di origine biedermeier. Le altre prove degli anni '30 (Canova sul letto di morte, 1836; Gaspare Craglietto, 1838, entrambi a Belluno, Museo Civico; Giuseppe e Caterina Danieli, 1838, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro) sono connotate da un nitore analitico e da una eleganza prossimi alla lezione di Hayez, presente anche nei rari soggetti storici.
Fabris Paolo*
FABRIS PAOLO
Pieve d'Alpago (Belluno) 1810 - Venezia 1888
Fratello minore di Placido, studiò all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove fra il 1832 e il numerosi riconoscimenti. Nel San Pietro (Lamosano d'Alpago, Belluno) è visibile un esplicito recupero neocinquecentesco. Più nota la sua attività di restauratore e quella di conservatore del Palazzo Ducale di Venezia.
Fabris Domenico*
FABRIS DOMENICO
Osoppo (Udine) 1814 - 1901
Figlio del pittore dilettante Silvestro, è stato spesso confuso con l'omonimo incisore friulano. Al periodo degli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia risale la sua prima opera, Saul ammansito dall'arpa di David (perduto). Ritornato in Friuli, acquisì fama grazie a una feconda attività di frescante: decorò chiese, palazzi e teatri nella sua regione, in Austria e in Slovenia, con complesse composizioni accademiche, ravvivate da un colorismo di tradizione cinquecentesca (chiesa di San Rocco a Osoppo, 1845-1847; Parrocchiale di Postumia, 1849). Negli anni '50 operò a Udine, a Palazzo Mangilli (Irene di Spilimbergo alla scuola di Tiziano, 1852), nel teatro Sociale (Scene della vita della donna, 1852-1853, affreschi perduti) e nel Palazzo Arcivescovile (La missione di sant'Ermacora, 1859). A Gemona lasciò sue opere nel Duomo (Dottori della Chiesa, 1854) e nel teatro Sociale (Le Arti, 1867, perdute). Negli affreschi dedicati alla Vita di S. Pasquale Baylon (1866- 1867), nella cappella gentilizia di P. Revoltella a Trieste, diede prova di conversione alle più schiette forme puriste. Una delle ultime opere fu la decorazione della Parrocchiale di Carlino presso Codroipo (1887-1891).
Fabozzi Giuseppe*
FABOZZI GIUSEPPE
Napoli 1845 - 1934
Studiò con G. Mancinelli e si iscrisse poi all'Accademia di Napoli. Frequentò con assiduità lo studio di D. Morelli, dal quale derivò la predilezione per soggetti sacri e storico-romantici, ma dipinse anche paesaggi, ritratti e scene di genere. Nel 1867 esordì alla Promotrice partenopea, dove continuò a esporre fino al 1896 (1867, Azzo da Este; 1870, Un Catecumeno-Fiori e sospiri; 1880, Un voto alla Madonna) e all’Esposizione Nazionale del 1877 inviò II ritorno dal campo d'armi. Dagli anni '80 si interessò soprattutto al paesaggio (1885, Presso Ceccano, Napoli, Comune; 1886, Paesaggio presso Gaeta, ricordato nella collezione del Banco di Napoli).
Fabbrini Angelo*
FABBRINI ANGELO
San Giovanni Valdarno (Arezzo) 1830 - Firenze dopo il 1889
Studiò dal 1848 all’Accademia fiorentina con B. Servolini, e iniziò a esporre in quella sede nel 1853. Dal 1851 eseguiva copie nelle gallerie, sia per studio sia per il mercato d’arte. Nel 1860 espose alla Promotrice Lorenzo de' Medici che si rifugia nella sacrestia del duomo durante la congiura de' Pazzi, tema già svolto nel bozzetto che gli aveva procurato l’accessit al concorso triennale dell’Accademia nel 1858. Nel 1862 ritornava sui medesimi temi con L'arcivescovo Salviati mostra a Guglielmo de' Pazzi il pugnale ricevuto e benedetto da Sisto IV (Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Da allora si dedicò sia ai quadri di storia in costume sia alla pittura di genere (Vedova al camposanto, esposto a Firenze nel 1863), ma il titolo di un suo dipinto del 1869, Casolare che esisteva nella via Piagentina presso Firenze, suggerisce un interesse per le contemporanee ricerche sul paesaggio. L’attività espositiva si fece particolarmente intensa fra il 1878 e il 1885.
Fabbri Gabriele*
FABBRI GABRIELE
Attivo a Cesena fra il 1820 e il 1837
Detto anche lo Scartuciato o il Cartocetto, ebbe una formazione romana, ma è noto per alcune opere di soggetto religioso lasciate a Cesena, sua città natale. Autore della tela con Sant'Antonio da Padova in gloria, un tempo collocata nella chiesa di Santa Cristina (perduta), eseguì anche la pala raffigurante la Madonna col Bambino e Santi, conservata nella cappella del cimitero urbano di Cesena.
Eydoux Leone*
EYDOUX LEONE
Torino 1829 - 1875
Dal 1847 fu allievo della torinese Accademia Albertina, dove si distinse nei concorsi scolastici (1851, La felicità di una madre). Esordì alla Promotrice nel 1852 con un Ritratto e un quadro di storia contemporanea e si presentò agli appuntamenti espositivi della Società fino alla morte (1875, Dalla fiera di Gianduja). Nei suoi dipinti, esposti anche a Genova e a Milano, rappresentò di preferenza scene di genere, sentimentali e spesso patetiche, e affrontò temi storici ispiratigli da opere letterarie, di F. D. Guerrazzi, T. Grossi, A. Manzoni (La figlia del prigioniero, 1854 e Amore e amicizia, 1855, Torino, Palazzo Reale). Dipinse anche soggetti sacri, vedute piemontesi e ritratti (Le principesse Maria Clotilde e Maria Pia davanti alla tomba della madre, 1858 ca., Torino, Museo del Risorgimento). Fra il 1859 e il 1866 si trasferì ad Asti, dove insegnò figura e paesaggio nel Collegio Militare. Proseguì l’attività a Torino e fu socio onorario dell’Accademia Albertina dal 1872.
Erhard Johann Christoph*
ERHARD JOHANN CHRISTOPH
Norimberga (Germania) 1795 - Roma 1822
Formatosi alla Scuola Comunale di Disegno di Norimberga, dal 1809 lavorò con A. Gabler e dipinse paesaggi nei quali trasportò il nitore e la chiarezza compositiva delle arti grafiche. Fra il 1812 e il 1814 entrarono nel suo repertorio figurativo cavalli e soldati e in seguito piante e vegetali. Nel 1819 giunse a Roma in compagnia dell’amico H. Reinhold, legato alla cerchia romantica dei fratelli Olivier, di J. Schnorr e J. A. Koch. Nella resa puntuale e precisa del dettaglio riuscì a cogliere gli aspetti più diversi della città eterna e l'incanto della sua campagna.
