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Bertaccini Antonio *

BERTACCINI ANTONIO
Roma 1823 - 1906
Si hanno poche notizie biografiche di questo paesaggista romano che dovette lavorare soprattutto per viaggiatori stranieri, come conferma un suo avviso pubblicitario, in francese, comparso sulla Guida Monaci del 1877. Attratto da diversi aspetti della campagna romana, nel 1851 e nel 1871 soggiornò a Olevano Romano, meta comune a molti artisti fin dall'inizio del secolo. Negli studi, soprattutto acquerelli, tratti in quei luoghi (Roma, Gabinetto Nazionale delle Stampe) si rivela attento alla costruzione della “veduta” e alla restituzione fedele del soggetto. Nel 1883 fu presente all'Esposizione Nazionale con Paludi presso Ostia, e negli anni successivi espose con la Società Amatori e Cultori (Campagna Romana-Acquedotti di Claudio, 1885; Campagna Romana, 1886; Campagna Romana - dette le Rocce del Pussino, 1887).


Berta Edoardo *

BERTA EDOARDO
Giubiasco (Canton Ticino) 1867 - Lugano (Canton Ticino) 1931
Allievo di C. Tallone, prima all’Accademia di Brera a Milano e poi alla Carrara di Bergamo, si mosse inizialmente sulla scia del maestro con studi di figura e di paesaggio proposti alle esposizioni braidensi dal 1888 al 1891. Dagli anni '90 assunse modi divisionisti, prossimi all’area simbolista di K. Amiet e A. Baud- Bovy, e realizzò paesaggi evocativi e temi di intonazione mistica come Funerale bianco (esposto alla Quadriennale di Torino del 1902), o il trittico Risveglio (apparso all’Esposizione Nazionale di Milano del 1912).


Bersani Stefano *

BERSANI STEFANO
Melegnano (Milano) 1872 - Lora (Como) 1914
Fu allievo di G. Bertini all'Accademia di Brera, dove si conserva Nei campi, tela che nel 1897 valse all'artista il premio Mylius. Incline dapprima a opere di accentuato verismo come La fattucchiera (esposto a Brera nel 1894) o L'antro, scena di esorcismo (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), abbandonò il genere per ariose scene all’aperto. Le sue vedute campestri e montane, presentate dagli anni ’90 alle principali rassegne milanesi e poi, dal 1903, alle biennali di Venezia, sovrapposero più aggiornati spunti divisionisti a una levità pittorica d’ascendenza scapigliata, distinguendosi per la ricerca di luminosi accordi tonali (Il trillo delle allodole, Milano, Galleria d’Arte Moderna). La propensione per le atmosfere serene affiorava anche nell’attività decorativa, come nei pannelli con paesaggi fioriti per Casa Puricelli a Milano. Negli ultimi anni l'artista, che spesso soggiornava a Lora, si volse a immagini dal taglio ampio e solenne, alla J. F. Millet, nei modi di un divisionismo cromaticamente severo (Il tempo non fa giudizio, esposto alla Biennale di Venezia del 1910; Per oggi basta, apparso all’Esposizione Internazionale di Roma nel 1913).


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