Benassai Giuseppe *
BENASSAI GIUSEPPE
Reggio di Calabria 1835 - 1878
Si formò alla scuola di I. Lavagna Fieschi e nel 1856 a quella di S. Fergola a Napoli. Tra il 1857 e il 1862 fu a Roma, dove conobbe M. Fortuny e A. Vertunni. Di questi anni sono Uno stagno con pascoli (esposto nel 1859 a Napoli, Caserta, Palazzo Reale) e Aspromonte (1862, Reggio di Calabria, Museo Archeologico) dove sono già evidenti le peculiarità di paesista «largo e armonioso»: la ripresa delle campagne laziali, calabre e in seguito toscane, è svolta con ampie inquadrature derivate da Vertunni, e con attenzione verista di eredità palizziana, risolta con pennellate minuziose e dense. Negli anni seguenti espose con frequenza alla Promotrice di Napoli (Paesaggio, vicinanze di Aspromonte, 1863; Campagna romana, 1864; Campagna pisana, 1866), a Torino (Paludi d'Ostia, 1863; Dintorni di Pisa, 1866), a Milano (1863, 1866, 1868, 1869), a Firenze (1866, 1867). Dal 1863 compì ripetuti soggiorni a Firenze dove, forse tramite l’amicizia di D. Morelli e di P. Villari, entrò in contatto con i Macchiaioli: traccia di quei rapporti appare nel quadro Pastore con gregge (Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti), passato nella collezione di D. Martelli. La sua personale lettura del Realismo si animava di significati sociali nei due dipinti inviati all’Esposizione di Torino del 1864 (Somarelli nelle spine e Somarelli nei fiori), tensione che si andò dissolvendo negli anni successivi nella pacata visione naturalista della Quiete (1868, Reggio di Calabria, Museo Archeologico). Dai soggiorni in Egitto, nel 1869 e nel 1871, trasse lo spunto per opere a soggetto orientale, che furono presentate in buon numero all’Esposizione di Parma del 1870 (tra le altre: Il leone nel deserto, Il Nilo presso Cairo, La fantasia dei beduini in Ismaila). Intorno al 1871 entrò in rapporto con il marchese L. Ginori e più tardi diresse la fabbrica di ceramica di Doccia, ideando anche diverse maioliche con soggetti tratti dai motivi dei suoi dipinti.
Beltrami Giovanni *
BELTRAMI GIOVANNI
Milano 1860 - 1926
Studiò con G. Bertini all'Accademia di Brera e iniziò a esporre dal 1881 studi di paesaggio e di figura, vincendo poi per due volte il premio Mylius (Il vitellino, 1884, Milano, Accademia di Brera; Ritratto di Bramante, 1890). Attivo come ritrattista (Augusto Pier d'Hotry, 1886; Felicita Mierini Pier d'Hotry, 1903, Milano, Quadreria dell’Ospedale Maggiore), nei paesaggi si avvicinò ai modi della Scapigliatura. Legata alla tradizione accademica fu invece la sua attività di decoratore: eseguì tra l'altro l’Allegoria dell'apoteosi di Milano (1905, Milano, scalone di Palazzo Marino). Successivamente, sempre più assorbito dalla manifattura di vetrate fondata nel 1900 e attratto dall'attività editoriale, abbandonò la pittura mantenendo comunque la carica di presidente dell'Accademia di Brera.
Beltrame Achille *
BELTRAME ACHILLE
Arzignano (Vicenza) 1871 - Milano 1945
Sebbene la sua fama resti legata alla attività di illustratore svolta a partire dal 1898 per la Domenica del Corriere, come pittore comparve regolarmente alle mostre milanesi dell’ultimo decennio del secolo. All’Accademia di Brera, ove fu allievo di G. Bertini, appartiene Fracta virtus, premio Mylius 1890 che già ne rivela il gusto per un realismo narrativo, dotato di efficacia comunicativa. Autore di paesaggi dove prevale l’aspetto pittoresco (Il mercato dei gigli, Milano, Museo di Milano), fu decoratore amato dalla borghesia imprenditoriale lombarda: suoi sono il ciclo medievaleggiante de La caccia con il falcone eseguito nel 1907 nella Villa Magni Rizzoli a Stresa e La danza delle ore sulla volta dello stabilimento Bernocchi di Legnano (1927). Nelle opere di soggetto religioso seppe abilmente recuperare modelli morelliani riletti in chiave illu-strativa (Ego sum flos campi, presentata alla Triennale milanese del 1897; La Madonna degli angeli, 1924, coll. privata).


