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Barbaglia Giuseppe *

BARBAGLIA GIUSEPPE
Milano 1841 - Vedano al Lambro (Milano) 1910
Nel 1863 si iscrisse all’Accademia di Brera dove fu allievo di G. Bertini. Esordì nel 1869 con Cristo nell'orto dei Getzemani, acquistato dal re; con il Bagno pompeiano (Milano, Pinacoteca di Brera) si aggiudicò nel 1872 il premio Canonica, che gli procurò notorietà e, soprattutto, commissioni. A partire dagli anni '70 dipinse numerose scene di genere con tematiche affini a quelle dei fratelli Induno (Dissensi politici in casa di un curato di campagna, esposto a Milano nel 1872; Famiglia povera che visita una parente ricca, esposto a Vienna nel 1873). In seguito preferì le vedute con interni ed esterni di palazzi e complessi monumentali, spesso animati da figurine in costume settecentesco. I risultati migliori li ottenne come ritrattista (Giuseppe Verdi, esposto a Venezia nel 1887; Gaetano Casati, 1898, Galleria dei Benefattori dell'Ospedale Maggiore di Milano). A questa attività si dedicò dal 1874, anno a cui risalgono i ritratti dei suoi genitori, fino a poco prima della morte (Ritratto del Commendator Silvestri, 1908). Negli anni ’80 si affermò presso la borghesia milanese che ne apprezzava il moderato aggiornamento, che non era influenzato dalle innovazioni più radicali degli “scapigliati”: dell’ambiente della Scapigliatura comunque fece parte, figurando nel 1873 tra i primi iscritti alla “Famiglia Artistica”.


Baratti Filippo *

BARATTI FILIPPO
Trieste 1845 ca. - ? dopo il 1904
Nacque a Trieste, dove risiedette fino al 1868 per poi spostarsi a Torino e da lì a Parigi e a Londra. Si cimentò nella pittura di storia e nei soggetti orientali, ma si specializzò soprattutto nella pittura di genere e nelle vedute urbane, cogliendo con brio brani di vita contemporanea (Whitehall, 1884). Dal 1867 al 1873 sue opere apparvero nelle Esposizioni di Belle Arti di Milano (Il mattino, 1868), Torino (Sortita di chiesa, 1869), Firenze (Amante dei fiori, 1870) e di nuovo Torino (Un paggio indiscreto, 1872).


Baratta Francesco *

BARATTA FRANCESCO
Genova 1805 ca. - 1835
Figlio e allievo del pittore Carlo, fu poi a Roma presso V. Camuccini. Ritornato a Genova, a partire dal 1827 diresse la scuola di pittura dell’Accademia Ligustica. Influenzato dal tardo Neo-classicismo romano, aderì tuttavia, soprattutto per quanto riguarda le tematiche, al Romanticismo storico-letterario, come rivelano alcuni suoi disegni conservati presso la Civica Raccolta dei Disegni e delle Stampe di Palazzo Rosso (Sileno, per il sipario minore del teatro Carlo Felice), e soprattutto i dipinti come Il beato Jacopo da Varagine pacifica i Genovesi (Genova, cattedrale di San Lorenzo) e La congiura dei Fieschi (Genova Nervi, Galleria Civica d’Arte Moderna). Fra le opere religiose merita poi ricordare Le Virtù, i fregi nella cappella (già deposito dell’urna di Santa Caterina) nella chiesa dell'Annunziata di Portoria, i dipinti La pesca miracolosa nella chiesa di San Pietro di Quinto (1825, in collaborazione con S. Tagliafichi) e L'Adorazione dei Magi, nella chiesa di San Giacomo di Corte presso Rapallo.


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