Aureli Giuseppe *

AURELI GIUSEPPE
Roma 1858 - Anzio (Roma) 1929
Studiò con P. Gabrini e C. Maccari, maturando uno stile di accurato descrittivismo. Specializzatosi nei soggetti storici, presentò all’Esposizione di Roma del 1883 Un appuntamento per la caccia nel 1500; a Torino nel 1884, Emanuele Filiberto che ritorna a Torino dopo la battaglia di San Quintino; ancora a Roma nel 1886, Carica dei Lancieri Aosta alla battaglia di Custoza del 1866. Seguì un'impegnativa trilogia di ri- costruzione storica sul tema delle nozze di Enrico di Navarra e Margherita di Valois (1888-1889) e il Richelieu viene presentato a Enrico IV (1892, Roma, Avvocatura Generale dello Stato, in deposito dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Ricevette l’incarico di eseguire i ritratti di Umberto I e della Regina Margherita per l’aula del Consiglio Provinciale di Roma. Trattò anche la pittura di soggetto orientale e il paesaggio. Fra il 1885 e il 1888 espose con la Società Amatori e Cultori; fu presente tra il 1900 e il 1907 e di nuovo nel 1913 alle Esposizioni Internazionali degli Acquarellisti di Roma.


Augimeri Domenico *

AUGIMERI DOMENICO
Palmi (Reggio di Calabria) 1834 - 1911
Dopo un primo apprendistato a Firenze si recò a Napoli, dove studiò con D. Morelli e F. Paliz zi. I migliori risultati li raggiunse nella ritrattistica, come nel Ritratto di Rocco De Zerbi (Reggio di Calabria, Biblioteca Comunale), opera sobria e intensa, dove si evidenziava un realismo vicino ai modi di G. Palizzi per le declinazioni francesizzanti dello stile. Si dedicò anche a soggetti orientaleggianti, sulla scia di D. Morelli e, in maniera più scolastica, alla pittura sacra (La Sacra Famiglia, nel duomo di Catanzaro; Trasfigurazione, nella chiesa di San Girolamo a Cittanova, Reggio di Calabria). Con gli anni '80 avviò una serie di opere di contenuto sociale, sull’esempio di T. Patini: Emigranti (acquistato dalla Provincia di Reggio di Calabria), Venditrice di fichi d'india (esposto a Torino nel 1898).


Augero Amedeo *

AUGERO AMEDEO
Verolengo (Torino) 1799 - 1885?
Originario di un’agiata famiglia di pittori e scultori in legno, è documentato a Roma tra il 1833 e il 1838 dove, probabilmente nel proprio studio, espose copie da Raffaello e da Giulio Romano, vedute di genere cronachistico e ritratti, secondo un sistema di promozione privata in uso all’epoca e che riprenderà al suo rientro a Torino. Qui, all'Esposizione del Valentino del 1838 inviò, tra gli altri, il dipinto La Civica Amministrazione di Torino presenta a Monsignor Arcivescovo l'ordinamento del voto fatto in occasione del cholera-morbus (Torino, Museo Civico, in deposito al Municipio), in cui le immagini dei notabili torinesi appaiono connotate da una resa maliziosa, quasi grottesca, che fa supporre un suo interessamento alla contemporanea caricatura francese diffusa dal foglio La Caricature. Su committenza sabauda eseguì alcuni ritratti di piemontesi illustri destinati alla Galleria del Daniele in Palazzo Reale. Negli anni successivi si allineò al genere e alle tematiche del Romanticismo storico, con dipinti che sposano la tradizione barocca al gusto troubadour e che lo inserirono nell'ambiente artistico prescelto dalla corte per le opere di apologia dinastica (Il matrimonio di Emanuele Filiberto, esposto a Torino nel 1843, Torino, Palazzo Reale). Tale legame si allentò negli anni seguenti, in cui il pittore espose quasi solo opere di soggetto religioso, con qualche digressione nella pittura di genere e nella ritrattistica (1850-1856). Numerose le tele e gli affreschi realizzati per chiese torinesi (Oratorio di San Filippo Neri), e piemontesi (Verolengo, Carignano, Mon-tanaro, Torrazza Piemontese, Crescentino, Cuneo).


Attanasio Natale*

ATTANASIO NATALE
Catania 1845 - Roma 1923
L’alunnato presso l’istituto di Belle Arti di Napoli e soprattutto la frequentazione assidua dello studio di D. Morelli determinarono i connotati essenziali del suo stile. A Napoli partecipò con successo a varie esposizioni della Promotrice (1875, 1876, 1880, 1882). All’Esposizione Nazionale napoletana del 1877 presentò Ricchezze e miserie, Gulnara, Lacrime e delitti, e due Studi, a quella di Torino del 1887 Le vittime e Le accattone alla porta della chiesa, tutte opere oggi disperse. Dal 1882 trasferì il suo studio a Roma e nel corso della sua fortunata carriera presentò dipinti di soggetto storico o di carattere sociale, oltre a eseguire numerosi ritratti di chiara impronta morelliana. Va ricordata la sua presenza all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-1892 con tre opere: Bernardo Palissy (acquistato dal re Umberto I, ora a Palermo, coll. Assemblea regionale siciliana), Cucine economiche (Catania, coll. Banco di Sicilia) e quello che comunemente viene considerato il suo capolavoro, Sunt lacrimae rerum o La cappella del manicomio, conosciuto anche come Le pazze, ora al castello Ursino di Catania, dove si conservano altri suoi dipinti (Tasso e il cardinale d'Este, Premiazione, Ritratto del figlio, Ritratto di donna, Particolare d'un antico portale della cattedrale). Dal 1886 al 1889 fu docente di disegno nella Scuola d’Arte e Mestieri di Catania; eseguì decorazioni a fresco e a tempera nel palazzo del principe di Montevago a Palermo, nel foyer del teatro Bellini e nell'abside della chiesa del Carmine a Catania e, a Roma, nella sala di lettura del Senato.