Allason Ugo *

ALLASON UGO
Torino 1844 - 1920
Fratello di Silvio, militare di carriera, fu avviato alla pittura dal cugino Ernesto: anche se in modo estemporaneo si dedicò all’arte con impegno, cercando aggiornamenti nei viaggi e non tralasciando di dipingere neanche durante le esercitazioni militari. Paesaggista, ha lasciato rapidi schizzi di valli e strade di montagna. Nel 1863 partecipò alla Promotrice di Torino con II finir dell'autunno. Ospite di Villa Savoia a Gressoney, dipinse un Lago di Alvise per la regina Margherita, che aveva potuto conoscere tramite il cugino Ernesto.


Allason Silvio *

ALLASON SILVIO
Torino 1845 - 1912
Fratello di Ugo, nel 1866 abbandonò l’impiego ministeriale per studiare all’Accademia Albertina, fino al 1868 con E. Gamba, poi con A. Gastaldi e con il paesaggista E. Perotti. Contemporaneamente completava la sua formazione sotto la guida del cugino Ernesto. Esordì nel 1869 alla Promotrice di Torino con il paesaggio Il Sangone presso Stupinigi e, nello stesso anno, al Circolo degli artisti con Vicinanze di Stura; negli anni successivi continuò a partecipare alle Promotrici di Torino, della cui direzione divenne membro. Fu presente anche alle esposizioni di Milano, Napoli e Genova e all’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887. Fu ini-zialmente attratto dai temi storici (Atala viene la prima volta a Chactas) e di genere (L'aspettativa delusa, 1874; Sconfitti, 1880), che ambientava in vasti paesaggi con effetti di suggestione e verosimiglianza come in L'agguato, del 1873, e in Un episodio dell'ultima persecuzione dei Valdesi (Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna) esposto con successo alla Promotrice del 1875. Dedicatosi poi alla pura veduta, partecipe della stagione realista del paesaggismo piemontese, realizzò opere misurate, di tranquillo naturalismo. Prese come soggetto per le sue vedute le montagne della val Pellice, della val di Susa, della Valle d'Aosta (I primi raggi sul Monte Bianco, 1881; Il Gran Cervino dal bacino di Breuil in val Tournanche, esposto a Torino nel 1884; Mattino di Gignod- alta valle di Challant, esposto a Torino nel 1902), ma anche la laguna di Venezia (A Rialto, esposto a Genova nel 1883), le marine liguri (Varazze, 1890, Torino, Galleria Civica d’Arte Mo-derna). Alcuni paesaggi tardi (Primi solchi, 1897, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna) sono caratterizzati dal taglio basso e allungato e da un accordo di colori luminosi.


Allason Ernesto *

ALLASON ERNESTO
Torino 1822 - 1869
Dal 1843 frequentò l’Accademia Albertina dove fu allievo di C. Piacenza che lo educò alla cultura naturalista e al genere di paesaggismo importato da A. Calame: questo influsso è riconoscibile soprattutto nell'attenzione al vero e nell’atmosfera raccolta dei suoi dipinti. Trovato comunque un personale percorso di ricerca negli effetti di luce e di colore, rappresentò con finitezza valli alpine e scorci della campagna piemontese (La valle dell’Orco, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Partecipò con continuità, dal 1848 al 1868, alle esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti di Torino e la società stessa acquistò fra il 1853 e il 1865 dieci suoi quadri: Le rive del Bormida (1853), Veduta presa sulle Alpi (1854), Paesaggio d'invenzione (1855), L'autunno - d'invenzione (1857), Vicinanze di Andorno (1858), Boscaglie presso il Sangone (1859), Pianura sotto la pioggia (1860), Faggi nella valle di Fobello (1861), Tramonto nelle Alpi (1863), Dintorni di Ivrea (1865). Dal 1866, con la presentazione della sua opera più significativa, La casa degli armenti, prese posto fra i paesaggisti più apprezzati. Dal 1850 al 1865 inviò opere anche alle esposizioni di Genova (Paesaggio con lago, 1850; Valle di Oulx, 1855; Spiaggia di Savona, 1863) e di Milano (Faggi a Fobello,1860); e numerose ne comparvero alla Retrospettiva torinese del 1892 (Ghiacciaio della Levanna, 1864, Torino, Palazzo Reale). Furono suoi allievi, oltre ai cugini Silvio e Ugo, E. Bertea, M. Panissera di Veglio, presidente della Promotrice e dell’Accademia Albertina, e Margherita di Savoia che nel 1868, divenuta regina, lo insignì di una onorificenza.


Alinovi Giuseppe *

ALINOVI GIUSEPPE
Parma 1811 - 1848
Fu tra gli allievi di G. Boccaccio all'Accademia parmense e, dedicatosi presto e quasi esclusivamente alla pittura di paesaggio, cercò in tale genere un linguaggio autonomo. Esordì nel 1837 con una Veduta del Lago di Como; nel 1839 era già entrato in contatto con la corte di Maria Luigia che gli affidò l'esecuzione di un album di vedute, repertorio paesistico delle strade di Parma e Pontremoli. Da quei contatti e dalla sua personale evoluzione nacque un vedutismo terso, sensibile ai toni del clima Biedermeier che si respirava all’Accademia parmense. Ne sono espressione gli acquerelli, soprattutto vedute di castelli del parmense, molti dei quali conservati presso il Museo G. Lombardi di Colorno: La villa ducale di Colorno nel 1835, Il palazzo ducale di Parma, Il giardino della Pilotta (coll. privata), Il castello di Felino (coll. privata). Anche nei dipinti a olio di piccole dimensioni ricorrono, accanto agli scorci della città (Ponte sul Naviglio, Parma, Galleria Nazionale), vedute di borghi (Strada di un villaggio, Parma, Galleria Nazionale) e di castelli (La piazza della Rocca di Fontanellato, Colorno, Museo G. Lombardi): in essi l'artista cercò di liberarsi dalla tradizione del paesaggio neoclassico adottando una stesura calligrafica che, sensibile alle luci naturali, fil-trasse la serena analisi di ogni componente.


Aliani Lorenzo *

ALIANI LORENZO
Firenze 1805 - 1855
Fu allievo dal 1822 al 1831 dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, partecipando alle esposizioni accademiche del 1845 e del 1848 (Ferruccio ferito da Maramaldo in Gaviniana). Espose alla Promotrice fiorentina nel 1851 (Veduta del Ponte Rotto di Roma, Veduta di Napoli) e nel 1854 (Piazza di Siena e Cattedrale di Siena) e inviò alla Promotrice di Genova dello stesso anno quattro vedute di Firenze e altre di Napoli, di Verona e di Venezia. Altri paesaggi noti sono: Una via di Pozzuoli (1843, Firenze, Uffizi), Portoferraio dell'isola d'Elba (1843, Firenze, Uffizi) e Veduta del campanile del Duomo di Firenze (Firenze, Soprintendenza del Museo Topografico). La varietà dei soggetti e il formato ridotto di alcune opere (Veduta della Grotta azzurra, 1850 ca.) lo colloca fra i pittori di paesaggi 'per viaggiatori', caratteristica confermata dalla documentazione di numerose esportazioni di suoi paesaggi e copie.