Dizionario degli Artisti

Qui di seguito sono elencati gli artisti censiti nella Banca dati dell'Istituto Matteucci. Ad ogni nome corrisponde una serie di dipinti archiviati, di cui l'Istituto, dietro richiesta, è in grado di trasmettere copia della relativa scheda. Ciò risponde alla volontà di mettere a disposizione di studiosi, mercanti d’arte, collezionisti o semplici appassionati uno strumento agile e efficace per soddisfare le diverse esigenze legate al mondo dell’arte, prima fra tutte l’approfondimento dell’attività di pittori, scultori, incisori, fotografi etc. Il “Dizionario degli artisti” si propone, quindi, come repertorio ragionato di nomi, talvolta accompagnati, se contrassegnati da asterisco, da biografia e da alcuni esempi di firma.


Le biografie sono tratte dal Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, parte integrante dell’opera Pittori & pittura dell’Ottocento italiano (1996-1997) coordinata da Giuliano Matteucci con la collaborazione di Paul Nicholls  e realizzata dalle Redazioni Grandi Opere dell’Istituto Geografico De Agostini, alle quali va il sincero ringraziamento dell'Istituto Matteucci per aver autorizzato la diffusione in rete dei testi.

Caffi Ippolito *

CAFFI IPPOLITO
Belluno 1809 - Lissa (Croazia) 1866
Si formò a Belluno con A. Federici e A. Tessari, quindi terminò gli studi all'Accademia di Venezia, fra il 1827 e il 1829. Nel 1831 si stabilì a Roma presso il cugino P. Paoletti, pittore di storia, dal quale si allontanò presto per indirizzare il proprio interesse alla pittura di paesaggio, con dilatate, luminose vedute della città (Villa Borghese, 1834, Roma, Galleria Borghese). Mantenendosi sempre sul genere, Caffi immise nel tradizionale vedutismo veneto una forma più abbreviata, con accorgimenti da pittore-scenografo, applicata alla rappresentazione di aspetti insoliti nel paesaggio (Neve e nebbia in Canal Grande, 1840, Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro), di notturni punteggiati di luci e bagliori (Serenata innanzi alla Piazzetta, 1858, commissionata da Massimiliano d'Asburgo, Trieste, castello di Miramare). Spirito avventuroso, immerso negli eventi contemporanei, viaggiò in Medio Oriente (1843-1844, Mercato degli schiavi a Costantinopoli, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro), fu a Londra e a Parigi e in diverse città italiane; l’adesione ai valori libertari e unitari, che lo coinvolse nei moti veneziani (da cui derivò un lungo esilio) e nelle guerre d'Indipendenza, fu accompagnato da un inesauribile desiderio di documentazione (Ingresso di Vittorio Emanuele a Napoli, 1860, Torino, Palazzo Reale), che lo spinse nel 1866su una delle navi della battaglia di Lissa, dove trovò la morte. Accanto alla vastissima produzione di vedute e studi (Venezia, Museo Correr), l'artista lasciò interventi decorativi a Belluno, a Padova (Vedute romane, sala Rotonda del Casino del Caffè Pedrocchi, 1841), a Treviso (Vedute romane e orientali, Palazzo Spineda).
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