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Rotta Silvio Giulio*

ROTTA SILVIO GIULIO
Venezia 1853 – 1913
Appreso il mestiere dal padre, Antonio, si perfezionò all’Accademia di Venezia, esordendo con una produzione di genere sull’esempio paterno; nel 1873 compì un viaggio di studio a Parigi per aggiornarsi sul gusto internazionale. Rispetto a opere come Una grata sorpresa (esposto a Vienna nel 1873), Un venditore d’acquavite, Un cenciaiuolo, In vigna (esposti a Milano nel 1878 e nel 1881) e Costumi di Venezia (esposto a Parigi nel 1878), tutte caratterizzate da una serena osservazione della vita quotidiana, negli anni ’80 l’artista ebbe un mutamento radicale d’interessi, passando a temi carichi di drammatici accenti sociali, in sintonia con la sua vena riflessiva e intimista. Dopo il successo internazionale di I forzati (esposto a Budapest nel 1887) riprese il soggetto degli emarginati in un altro famoso dipinto di crudo realismo, Il manicomio (esposto a Venezia nel 1895, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Sensibile alle novità della pittura nordeuropea presentata alle biennali veneziane, fu tra i primi in città ad accostarsi alle poetiche simboliste, in opere come Gli spettri: mura abbandonate (esposto a Milano nel 1894, Buenos Aires, Museo di Belle Arti).

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