Radowska Borgna Annetta*

RADOWSKA BORGNA ANNETTA
Trieste ? - dopo il 1896
Di origine triestina, si trasferì verso il 1870 a Milano, dove risiedette a lungo, esponendo alle mostre cittadine un buon numero di ritratti, quadri di genere e soggetti di gusto orientalista (1878, La nostalgia; 1888, Gioie materne). Fu anche presente alla Mostra Internazionale di Roma del 1883 (Nell'harem) e all’Esposizione Generale di Torino del 1884 (Le quattro età, Il Thè).


Quinzio Antonio Orazio*

QUINZIO ANTONIO ORAZIO
Genova 1856 - 1928
Scultore e pittore ereditò dal padre, Giovanni, la pennellata sciolta e ariosa che caratterizza le opere di grandi dimensioni, come le tempere del primo Novecento per il salone della Banca d’Italia di Genova (Trionfo dell'arte navale, Amor patrio, Intraprendenza dei Genovesi, Genova, coll. Banca d'Italia; studi preparatori a Genova, Accademia Ligustica) o gli affreschi per la chiesa di San Bartolomeo delle Ginestre a Sestri Levante e per quella dei Santi Martino e Benedetto a Pegli. Un delicato realismo borghese informa invece le opere di formato ridotto e i ritratti (Ritratto di giovane donna, coll. privata)


Quinzio Antonino Pietro (Peter)*

QUINZIO ANTONINO PIETRO (PETER)
Genova 1867 - 1918
Formatosi sotto la guida del padre, Giovanni, studiò in seguito pittura e scultura presso le Accademie di Genova, Roma e Firenze e frequentò gli studi di N. Barabino e di G. Monteverde. Partecipò alle promotrici genovesi del 1890 (con sculture in terracotta), del 1893 (L'armonica dello zio), del 1895 e del 1901 (Lettura mattinale, Ritratto del Comm. Picconi). Fu anche acuto critico d’arte, studioso di pittura fiamminga e attento alle novità delle prime biennali veneziane.


Queriau Luigi*

QUERIAU LUIGI
Napoli 1842 - Messina 1908
Fu avviato all'arte dal padre, Fortunato, mediocre architetto e scenografo. Si accostò agli ambienti culturali napoletani gravitanti intorno a D. Morelli e a F. Palizzi e nel 1862 presentò alla Mostra della Promotrice partenopea un dipinto storico: Sette dolori di Enguerrado di Marigny condotto al supplizio (perduto). Trasferitosi con la famiglia a Messina, frequentò dal 1863 i corsi di nudo diretti da M. Panebianco. Buona parte della sua produzione devozionale, caratterizzata dalle influenze morelliane, venne realizzata nel piccolo centro di San Pier Niceto, nel Messinese, dove si trovano i SS. Cosma e Damiano (1871, chiesa madre), quattro affreschi con Storie di Cristo (1875-1884, chiesa di San Giacomo) e Sant'Antonio abate (1881, per la chiesa omonima). Nel 1872 realizzò il sipario per il teatro Comunale di Caltanissetta (Il Parnaso, perduto) e nel 1878 quello per il teatro Regina Margherita di Agrigento (Esseneto ritorna vincitore dallo stadio di Elea, perduto). Nel 1876 partecipò all’Esposizione di Philadelphia con un quadretto di genere, probabilmente affine al piccolo dipinto con Giovane donna e un cane (1882, coll. privata). Negli ultimi anni intensificò l'attività di insegnante e polemista, unitamente a quella di architetto e di macchinista teatrale. Morì vittima del terremoto di Messina del 1908.


Quattrucci Raffaele*

QUATTRUCCI RAFFAELE
Attivo a Roma fra il 1879 e il 1883
Sono assai poche le notizie su questo artista, originario di Arce (Frosinone): fu presente per alcuni anni alle mostre romane della Società degli Amatori e Cultori con ritratti e studi di figura (1879), scene di genere (1881) e studi dal vero (1882). Le opere presentate alla Mostra di Milano del 1881 e all'Esposizione Internazionale di Roma del 1883 sembrano riferirsi al gusto per i soggetti neopompeiani e orientalisti.


Quarantelli Alfonso*

QUARANTELLI ALFONSO
Milano 1873 - 1939
Formatosi all’Accademia di Brera, fu tra i fondatori della “Famiglia artistica” milanese. Nel 1900 esordì all'Esposizione braidense (Ortaglia) e l’anno seguente presentò alla Biennale veneziana un dipinto a pastello (Tramonto grigio), tecnica con la quale eseguì diversi paesaggi e quadri di figura, dove comparvero via via anche motivi simbolisti e decadenti (Angoscia romantica, esposto a Milano nel 1912).


Quaglia Ferdinando*

QUAGLIA FERDINANDO
Piacenza 1780 - Parigi 1853
Allievo di G. Callagni all’Accademia di Parma (1794-1799), passò a Firenze e poi a Milano, dove si perfezionò nella miniatura con G. Longhi e G. B. Cigola. Dal 1805 si trasferì a Parigi ed espose ai Salon fino al 1824, se-gnalandosi per l'eccezionale accuratezza delle sue opere. Rappresentante di rilievo del miniaturismo su avorio di gusto neoclassico, lasciò anche alcuni ritratti a olio e lavori litografici (Piacenza, Museo Civico).


Pupin Valentino*

PUPIN VALENTINO
Schio (Vicenza) 1830 - 1886
Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1846 e completò la propria formazione a Torino sotto la guida del vicentino G. Busato, dal quale poté apprendere alcuni stilemi puristi. Fu ritrattista (Professor Toaldi, Giovanni Bertoldi, entrambi premiati a Vicenza nel 1871), ma soprattutto pittore di soggetti sacri e decorò con affreschi e pale d'altare numerose chiese del Vicentino (ad Arzignano, a Schio, a Sossano). Attraverso alcuni viaggi a Roma, a Napoli e a Milano, si aggiornò sul Realismo, particolarmente quello di F. Carcano, come testimoniano i tardi dipinti L'avaro (Schio, municipio), L'incontro delle pie donne e Gesù che va al Calvario (Schio, chiesa di San Giacomo).


Pulini Luigi*

PULINI LUIGI
Catania ? - Roma dopo il 1886
Presente alle mostre romane dall'inizio degli anni '80, vi figurava come proveniente dalle Marche, ma presentava paesaggi siciliani dei dintorni di Catania (1881, Un mattino in Sicilia, Lave dell'Etna, Acicastello presso Catania). La successiva attività di paesaggista è desumibile dalla sporadica partecipazione alle esposizioni nazionali, tra cui quella di Torino del 1884 (Prime viole, Strada in Ciociaria, Studi).


Pucci Camillo*

PUCCI CAMILLO
Sarzana (La Spezia) 1802 - 1869
La sua formazione si compì fra Sarzana, Firenze (sotto la guida di P. Benvenuti) e Roma. A metà degli anni '30 iniziò a esporre a Genova, Roma e Torino opere religiose, come il Martirio di S. Eutichiano (per il Duomo di Sarzana), d'impostazione neoclassica, e dipinti storici di gusto romantico, come Andrea Doria riceve solennemente la bandiera della Repubblica dalle mani del Doge (Genova, Palazzo della Prefettura; bozzetto a Genova Nervi, Galleria Civica d’Arte Moderna). Intrapreso un viaggio di studio in Italia, con un’importante tappa a Roma, si accostò ai Puristi. Fra il 1842 e il 1845 eseguì diverse opere per la committenza sabauda, spesso ispirate alla storia della dinastia, e mantenne anche in seguito stretti rapporti con Torino, come documenta la sua presenza alle mostre. Per la cittadina natale e la committenza della Lunigiana eseguì ritratti, quadri storico-letterari e opere religiose. Nel 1847 a Firenze, con F. Sturler e L. Mussini, fondò una scuola privata di pittura, improntata alle norme del Purismo. Nella seconda parte della sua vita si dedicò soprattutto all’attività di critico d’arte. Di temperamento polemico, fu noto per la radicale opposizione all'Accademismo.