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Gandolfi-Guiscardi Camilla *

GANDOLFI GUISCARDI CAMILLA
Genova 1806 - Firenze 1873
Studiò pittura con E. Bisi e P. Palagi a Milano, avviandosi anche alla tecnica incisoria; dal 1821 partecipò alle esposizioni di Brera con miniature e ritratti ad acquerello. Trasferitasi nel 1835 a Torino, nel 1842 fu nominata pittrice onoraria del re Carlo Alberto, che le commissionò alcuni ritratti storici per il Palazzo Reale. Dal 1842 al 1853 partecipò alla Promotrice di Torino (1845, Giovane donna alla toeletta; 1847, Elisabetta a Greenwich; 1850, Innocenzo IV arriva a Genova; 1852, Madre con bambino in braccio che attinge l'acqua benedetta, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna). Durante il successivo soggiorno a Genova, fu accolta come accademica alla Ligustica e dal 1851 al 1854 espose alla Promotrice. Nel 1855 inviava alla Mostra Borbonica di Napoli un soggetto storico e tre quadri di figura.


Gandolfi Mauro *

GANDOLFI MAURO
Bologna 1764 - 1834
Figlio del pittore Gaetano, si accostò presto all’arte; temperamento inquieto, fuggì a sedici anni a Marsiglia, dove si mantenne eseguendo disegni e apprezzati ritratti in miniatura. Dopo un periodo di vagabondaggio in Francia e nelle Fiandre durato cinque anni, rientrò a Bologna, riprendendo gli studi all'Accademia Clementina e iniziando una fruttuosa collaborazione con il padre (1791, pale per la chiesa di San Domenico, Ferrara). A questa fase risale la maggior parte delle sue opere pittoriche, in cui è evidente la derivazione dai modelli paterni. In età giacobina, grazie alla sua padronanza della lingua francese e alla adesione agli ideali libertari, ricevette importanti commissioni pubbliche. Si dedicò sempre più all’incisione, tralasciando la pittura di cui si ha una delle ultime prove in Commiato (Bologna, Pinacoteca Nazionale). Dal 1801 al 1805 si stabilì a Parigi lavorando come incisore e copista; nel 1816 si recò in America. Rientrò a Bologna solo nel 1821.


Gandolfi Francesco *

GANDOLFI FRANCESCO
Chiavari (Genova) 1824 - Genova 1873
Dopo avere appreso i primi rudimenti dal padre e dalla pittrice R. Bacigalupo Carrera, si formò all’Accademia Ligustica di Genova, a Firenze, presso G. Bezzuoli, e a Roma. Volontario nella guerra del 1848, dopo il ritorno a Genova fu nominato accademico di merito della Ligustica (1850). Partecipò assiduamente alle promotrici genovesi con quadri di soggetto storico-letterario (1852, Gli amanti liguri), di genere e con ritratti. Della sua attività di ritrattista restano numerose testimonianze presso i musei liguri (Ritratto del pittore E. Rayper, Genova Nervi, Galleria Civica d’Arte Moderna; Ritratto dell'incisore Raffaello Granara, Genova, Accademia Ligustica). Nella pittura di storia espresse la sua adesione al Romanticismo anche con l’uso di forti contrasti luministici e tonali (Gian Luigi Fieschi svela la congiura alla moglie, 1860). Il suo impegno politico costante è testimoniato da alcuni dipinti a soggetto risorgimentale e patriottico (La partenza del soldato, 1850 ca., Genova Nervi, Galleria Civica d'Arte Moderna; Episodio della guerra in Sicilia, esposto a Genova nel 1860). Partecipò al clima del rinnovamento realista aderendo alla Scuola Grigia e schierandosi con i progressisti. Trattò anche l'acquerello; a fresco eseguì opere impegnative in forme più tradizionali, sia per la committenza ecclesiastica (chiesa di Sant’Ambrogio, Voltri; chiesa di Santa Caterina, Varazze; chiesa di Nostra Signora dell’Orto, Chiavari) sia per quella laica (Palazzi Balostrino, Pallavicino, Tursi, a Genova, e stazione ferroviaria di Genova Principe, con figure allegoriche oggi perdute).


Gandi Giacomo *

GANDI GIACOMO
Saluzzo (Cuneo) 1846 - Savigliano (Cuneo) 1932
Allievo prima del saviglianese D. Riccardino e poi di A. Gastaldi all’Accademia Albertina di Torino, completò la propria formazione sui capolavori del Cinquecento, a Roma, a Firenze e a Parma. Visse e lavorò nel ritiro di Savigliano e fu pittore legato a un verismo semplice e sincero. Espose a partire dal 1870 alle mostre italiane, ma anche a Parigi (1878) e a Londra (1888). Nei quadri a olio e ad acquerello, accurati nel disegno, ritrasse senza artificio il mondo degli umili (La cucitrice, inviato a Parma nel 1870; Il ristoro dalle fatiche, esposto a Milano nel 1874), ritratti e immagini di vita rurale o alpina e delicate scene agresti con fanciulli. Dipinse anche paesaggi e vedute (Rapida sulle Alpi, Borgata alpestre, inviati a Torino nel 1892). Sue opere sono conservate nella Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino (La nonna, 1877; La Preghiera, 1890) e nel Museo Civico di Savigliano (Le cugine, Il parasole).


Gambogi Raffaello *

GAMBOGI RAFFAELLO
Livorno 1874 -1943
Diciassettenne, ebbe una borsa di studio che gli consentì di trasferirsi a Firenze e di frequentare i corsi di G. Fattori all’Accademia. Dal 1892 partecipò alle mostre fiorentine e nel 1896 era già un artista avviato al successo: quell'anno vinse il premio Firenze con L'uscita della messa, donò al comune di Livorno Gli emigranti (Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori) e fu ammesso all’Esposizione fiorentina dell'Arte e dei Fiori con Il riposo delle Gabbrigiane. Fu presente alla Triennale di Milano del 1900 (La mattina del giorno di festa, Inverno, Stanco) e alla Quadriennale torinese del 1902 (Lavandaie, Ultimi raggi, Una mattina di Ottobre). Dal 1905 fu ricoverato periodicamente nell’ospedale psichiatrico di Volterra, che divenne luogo d'ispirazione per dipinti di crudo realismo come Fra le pazze (esposto a Milano nel 1906, Museo di Helsingfors, Finlandia).


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