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Dell'Acqua Giovanni Battista *

DELL’ACQUA GIOVAN BATTISTA
Milano 1790 - 1845
Allievo di G. Migliara, si dedicò alla veduta urbana e alla pittura di paesaggio, fedele all’equilibrato taglio prospettico del maestro. Dopo aver esordito all’Esposizione di Brera del 1827 con un nutrito gruppo di opere (fra l’altro, Interno di una grotta, per A. Uboldi) si mantenne assiduo all’appuntamento braidense dove le sue tele, sebbene ormai superate dalle nuovi correnti realiste, continurono ad apparire anche dopo la morte dell’autore, sino agli anni ’60.


Dell'Acqua Cesare *

DELL’ACQUA CESARE
Pirano (Istria) 1821 - Bruxelles 1905
Frequentò l’Accademia di Venezia dal 1842 al 1847 e vi espose, nel 1847, Cimabue che scopre il genio di Giotto. Influenzato dall’esempio del giovane G. L. Gatteri, mostrò subito una forte predilezione per il genere storico, che trattò con sapienza compositiva e attenta resa dei particolari. Nel 1848 si trasferì a Bruxelles, dove entrò nella bottega di L. Gallait, divenendone seguace. Rimase comunque sempre in contatto con Trieste, da dove ricevette varie commissioni come il San Giovanni che predica nel deserto e Cristo e i pargoli (1852-1854, chiesa di San Nicola, Trieste) e le due tele con La proclamazione del porto franco di Trieste e La dedizione di Trieste alla Casa d'Austria eseguite per P. Revoltella (1855-56, Trieste, Museo Revoltella). Per l’arciduca Massimiliano dipinse sette tele da collocarsi nella sala Storica del castello di Miramare (1857-1868); anche in Belgio decorò dimore private (Villa Wambecke, 1873). Partecipò con la Dalila, opera assai celebrata, all’Esposizione di Vienna del 1873 e a quella di Napoli del 1877; la Prosperità commerciale di Trieste (1877), eseguita per il Palazzo Municipale della città, segnò il culmine della sua carriera. In seguito espose a Milano (1893, Fumatori nel caffè greco a Trieste) e a Venezia (1895, Stella mattutina).


Della Volpe Tommaso *

DELLA VOLPE TOMMASO
Imola (Bologna) 1883 - 1967
Nato da famiglia di nobili origini, ebbe un’infanzia agiata che gli consenti di frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1903 partecipò all’Esposizione Artistica di Imola. Sue opere sono segnalate in numerose mostre italiane e regionali e alle biennali di Venezia del 1914 e del 1916. Fu autore di affreschi in diverse chiese e palazzi romagnoli e di dipinti a olio, in cui raffigurò prevalentemente paesaggi (Autunno, Forlì, Pinacoteca Comunale) e composizioni sacre (Ultima Cena, Imola, convento dell’Osservanza).


Della Valle Pietro *

DELLA VALLE PIETRO
Attivo a Firenze fra il 1844 e il 1878
Proveniente da una famiglia di artisti livornesi, apprese dal padre la lavorazione della scagliola, tecnica con la quale, come d’uso, realizzò a intarsio soggetti storici e ornati (tavolo con Storia sulla vita pubblica di Colombo, esposto a Firenze nel 1860). Come pittore esordì nel 1844 a Firenze con un Naufragio di un brigantino sulle coste della Spezia: al tema si dedicò anche in seguito sia riprendendo il soggetto romantico della marina in burrasca (Un naufragio sulla costa d'Antignano, esposto a Torino nel 1869) sia in composizioni storico-commemorative (La squadra italiana festeggia il plebiscito di Roma al Golfo della Spezia, esposto a Firenze nel 1871). Nella sua produzione comparvero anche vedute calabresi (Paese alpestre-pastori calabresi in riposo-soggetto preso dal vero, esposto a Firenze nel 1861), toscane (Un mattino di primavera al giardino Tivoli-Firenze, esposto a Firenze nel 1871; Il ritorno dalla caccia nel Padule, esposto a Firenze nel 1875), liguri (La piazza del cantiere di Lerici, esposto a Firenze nel 1875) e abruzzesi. Dopo il 1838, si hanno notizie anche del fratello Giuseppe, il quale si associò allo studio di Pietro, dedicandosi alla pittura di paese, spesso ispiratagli dal litorale toscano.


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