De Giacomi Eugenio*
DE GIACOMI EUGENIO
Modena 1852 - 1917
Accanto a N. Malatesta, fu il maggior rappresentante a Modena del fortunato filone della natura morta. Studiò all'Accademia diretta da A. Malatesta ed esordì nel 1877 all’Esposizione della Società di Incoraggiamento (Frutta e natura morta), dove fu presente numerose volte (1872,1875,1881,1884,1893). Accanto alla produzione di ispirazione fiamminga secentesca, coltivò una vena ritrattistica di matrice malatestiana (Ritratto femminile, 1893, Modena, Museo Civico). Insegnò per diciassette anni al Collegio di San Carlo e in altri istituti modenesi.
De Francisco Pietro *
DE FRANCISCO PIETRO
Palermo 1873 - Mentone 1969
L'artista, il cui vero cognome era De Francesco, mutato poi in De Francisco che egli ritenne più rappresentativo, a circa vent'anni fu all'istituto di Belle Arti della città natale, allievo di S. Marchese e F. Lojacono: a questo periodo risalgono alcuni dipinti en plein air (Vitelli, 1896, coll. privata) e studi (Uomo ignudo, Nudino, 1898; Testa di vecchio, 1897, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna) e anche alcune opere d’ispirazione storica (Pigmalione, 1896, noto attraverso una vecchia fotografia; Nerone e Poppea, 1899; I funerali di Petrarca; San Paolo dinanzi Agrippa, Roma, Musei Capitolini). Nei primi anni del nuovo secolo, beneficiando di una pensione, si stabilì a Roma dove si dedicò a temi di paesaggio dai dichiarati intenti intimisti (Paesaggio nostalgico, 1901, Palermo, Galleria Civica d'Arte Moderna). Nel 1902 espose Marina, Venezia e uno studio alla mostra romana “In Arte Libertas”. Con il trasferimento a Milano comparve nella sua produzione, accanto agli studi di paesaggio, un interesse per le tematiche sociali (La rivolta, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) presente anche nelle opere esposte a Napoli nel 1904 (Le barricate, Impressioni) e nel 1906 a Milano (Conforti, Paesaggio al crepuscolo, Vecchie case, Lotte sociali). Dal 1909 fu a Parigi, dove conobbe C. Monet col quale espose nel 1911. Le suggestioni postimpressioniste e lo studio, condotto nella capitale francese, sui cromatismi, sulla luce, sulla vita moderna culminarono nel dipinto Les Moulins, eseguito al ritorno a Milano, nel 1915, e accompagnato da altri dipinti d'ambiente impressionista. La spinta al rinnovamento e al superamento della tradizione accademica avvicinarono il pittore, pur se con attitudine teorica, agli ambienti palermitani d'ispirazione futurista rappresentati dal poligrafo F. De Maria.
De Francesco Beniamino *
DE FRANCESCO BENIAMINO
Barletta (Bari) 1807 - Saint-Enogat- Saint-Malo (Francia) 1869
Di nobili origini, si trasferì giovanissimo a Napoli dove studiò all'Accademia di Belle Arti, allievo di A. Sminck van Pitloo. Esordì con successo alla Mostra Borbonica del 1833 con tre vedute e una Bambocciata all'uso ro-mano. Fu premiato anche alla mostra del 1835 dove espose, fra l'altro, Veduta delle Catacombe di San Gennaro de' poveri (1834), Torquato Tasso in Sorrento e Veduta al chiaro di luna (1835), dipinti di spiccata intonazione romantica con accenti troubadour (Napoli, Palazzo Reale). Ulteriore successo ottenne all’edizione del 1837: il Paesaggio con serpente (Napoli, Museo di Capodimonte) fu acquistato dal re unitamente alla Veduta d'una marina. B. Thorvaldsen nel 1836 aveva comprato il Paesaggio con mulattiera, e poi il Paesaggio con Enea e la Sibilla (entrambi a Copenaghen, Museo Thorvaldsen), opere di chiara adesione al genere del paesaggio “istoriato”. Dopo un soggiorno a Roma, l'artista si spostò a Firenze dove espose fino al 1842 presso l’Accademia e collocò nelle collezioni granducali un Paesaggio romano (1838, Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti). Dal 1843 è documentato in Francia, dove espose ai Salon di Parigi (1843-1849, 1853, 1867), senza mancare però ai contemporanei appuntamenti con le mostre bor-boniche, dove comparve con studi di piante e paesaggi, spesso presi nelle campagne bretoni (1855, Raccolta di paglia, Avellino, Museo Irpino). Nello stesso 1855 fu anche presente all'Esposizione Universale di Parigi con due vedute bretoni (all’epoca il pittore risiedeva a Dinard) ed eseguiva il dipinto Festa a mare di notte all’Immacolatella, dove recuperava un caratteristico motivo partenopeo (Caserta, Palazzo Reale). Nel 1861 fu presente all’Esposizione Nazionale di Firenze e nel 1866, per l’ultima volta, a una mostra napoletana. La Veduta presa da Mergellina (1835, coll. privata), di chiara impronta posillipiana, fu acqui-stata da C. Corot insieme a due paesaggi del primo periodo alla vendita delle opere di De Francesco organizzata dopo la morte dell'artista all’Hotel Drouot (catalogo curato da T. Gautier).

