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Cerruti Bauduc Felice *

CERRUTI BAUDUC FELICE
Torino 1818 - 1896
Intrapresa la carriera militare, condusse contemporaneamente gli studi pittorici, non abbandonando mai la pratica artistica. Esordì nel 1842 alla Promotrice torinese come pittore e litografo di cavalli e scene di equitazione “all’inglese”, cui affiancò in seguito soggetti romantici, di genere e paesaggi con reminiscenze d’azegliane. Espose alle mostre della Promotrice fino al 1895 e a quelle del Circolo degli Artisti dal 1863 al 1895. Con la prima opera commissionatagli da Carlo Alberto per Palazzo Reale, Combattimento di tre italiani e tre francesi nelle Fiandre alla presenza di Tommaso di Savoia, del 1844, si affermò come pittore di battaglie, che eseguì numerosissime, con tecniche diverse (olio, tempera, acquaforte, litografia), operando nel genere una sensibile evoluzione in chiave verista. Al seguito di Ferdinando duca di Genova, che sarà il suo principale committente, partecipò alla prima guerra d'Indipendenza, rievocandone poi gli episodi in grandi tele (Pastrengo, 1854, Torino, Museo del Risorgimento). Dopo un soggiorno compiuto a Parigi per studiare le opere di H. Vernet, eseguì incisioni su soggetti relativi alla guerra di Crimea. Dopo l'Unità, accanto ai dipinti legati alla documentazione della seconda guerra d'Indipendenza (Battaglia di San Martino, commissionata da Vittorio Emanuele II, Torino, Museo del Risorgimento) l’artista dedicò più ampio spazio ai soggetti di genere e al paesaggio (Veduta di Lanzo, 1867, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna), esponendo alle mostre torinesi rappresentazioni di sagre paesane (1880, Fiera di animali a Moncalieri, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna) e temi esotici aderenti al contemporaneo gusto per l’orientalismo (1874, Emigrazione di una tribù araba, 1884, Fantasia araba, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna).


Cercone Ettore *

CERCONE ETTORE
Messina 1850 - Piana di Sorrento (Napoli) 1896
Arruolatosi giovanissimo partecipò nel 1866 alla battaglia di Lissa; restato in servizio nella Regia Marina fino al 1888, riportò dai luoghi visitati (India, Giappone, Australia, Antille) esemplari di flora e fauna per le ricerche della Stazione Zoologica di Napoli. I motivi di ispirazione di quelle esperienze trovarono forma, in modi vicini all’orientalismo di D. Morelli e a quello di M. De Gregorio, in una consistente attività pittorica avviata intorno al 1880 (Figure di arabi, nove tavolette, 1880, Napoli, Galleria dell’Accademia). Con i soggetti orientali, in gran parte rielaborati in studio, comparve alle promotrici napoletane fino agli anni Novanta (1879, Nel patio, 1883, Il Nilo e Alle Piramidi; 1886, Impressioni di viaggio; 1892, La danza del ventre). Trattò anche la pittura di storia risorgimentale, con un verismo di maniera come nella grande tela L'ammiraglio Caracciolo domanda cristiana sepoltura (esposto a Napoli nel 1888, Napoli, Museo di San Martino; bozzetto a Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) e i soggetti religiosi, dove si mantenne legato a modi morelliani (Madonna, 1890, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna; Assunta, esposto a Genova nel 1891). Nei quadri di figura e nei ritratti si accostò al gusto decorativo e disimpegnato di fine secolo (Ritratto di Adele Milani, 1886, coll. privata).


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