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Busi Luigi *

BUSI LUIGI
Bologna 1838 - 1884
Figlio di un musicista, a soli 12 anni entrò al collegio Artistico Venturoli dove fu seguito da G. Serrazanetti. Nello stesso periodo frequentò i corsi di C. Alberi e di N. Angiolini all’Accademia di Belle Arti. Esordì nel 1855 con L'incontro di Giacobbe e Rachele, opera in cui è già avvertibile la volontà di superare i modelli accademici in favore di una più sentita ricerca del “vero” espressa attraverso un luminismo accurato e una perfetta resa materica. Fondamentale fu il soggiorno romano tra il 1858 e il 1860: grazie ai molteplici esempi nel campo della pittura di storia, tra cui quello proposto da S. Ussi in quegli anni, poté completare la sua maturazione in direzione realista. Di ritorno a Bologna Busi partecipò alle esposizioni con temi legati al Romanticismo storico (Le ultime ore del doge Foscari, 1862, Bologna, Collegio Artistico Venturoli, premiato alla Esposizione Regionale di Bologna del 1863). Eseguì ritratti (Ritratto di Cavour e Minglietti, 1866, Bologna, Museo Civico del Risorgimento) e vedute di gusto aneddotico (Via Orefici, 1865, Bologna, coll. Banca Nazionale del Lavoro), significativi preludi all’abbandono dei temi storici in favore di soggetti con-temporanei, svolti con affettuosa partecipazione. Fu proprio questa “pittura degli affetti”, illustrativa della quotidianità borghese e non priva di intenti moralistici, che diede fama all'artista bolognese: nel 1870 a Parma venne premiata la Visita di condoglianza, nel 1874 fu esposta a Milano La commendatizia (1874, Milano, Galleria d'Arte Moderna); alle Esposizioni Universali di Vienna (1873) e Parigi (1878) le sue opere ricevettero importanti riconoscimenti, anche se affiancati da qualche critica per l'eccesso di sentimentalismo.


Buscaglione Giuseppe *

BUSCAGLIONE GIUSEPPE
Ariano (Avellino) 1868 - Rivoli (Torino) 1928
Di famiglia piemontese, studiò con L. Delleani da cui derivò le tematiche e i modi espressivi. Si dedicò alla pittura di paesaggio, prediligendo le marine e partecipò, tra il 1888 e il 1913, alle mostre della Promotrice e del Circolo degli Artisti di Torino. Negli stessi anni espose anche a Milano (Sulla costa ligure, 1888), a Genova e a Firenze (Nuvoloni di marzo e Piano presso il Po, 1896). Partecipò alle biennali di Venezia del 1897 e del 1901.


Busato Giovanni *

BUSATO GIOVANNI
Vicenza 1806 - 1886
Allievo di T. Matteini all’Accademia di Venezia, nel 1829 vinse il pensionato romano durante il quale maturò non tanto per le lezioni di G. B. Landi e V. Camuccini, quanto per i contatti con la cultura purista dei Nazareni. Gli esiti sono visibili nell’ispirazione degli affreschi eseguiti nel 1837 nella Villa Pavan a Sant'Artemio di Treviso (episodi tratti dal romanzo Notre Dame de Paris di V. Hugo). L'anno seguente ebbe l'incarico per uno dei sipari del teatro La Fenice (Enrico Dandolo rifiuta la corona di Imperatore di Costantinopoli, 1838 ca.) e nel 1841 fu nominato assistente alla cattedra di pittura in accademia. Seguirono numerose commissioni per dipinti di soggetto storico e allegorico (La Notte e La Carità, 1843, Bassano, Palazzo Rezzonico) e per ritratti (L'architetto Miglioranza e signora, Vicenza, Museo Civico). Coinvolto nei moti del '48, l'artista dovette riparare prima in Svizzera e poi a Torino, dove nel 1853 realizzò alcune scene per la Galleria dinastica dei Reali di Savoia incisa dai più valenti incisori d'Italia (1862, Torino). Nei lunghi anni di esilio Busato viaggiò in Francia, in Grecia, in Russia (a Pietroburgo fu chiamato nel 1859 per decorare il teatro e ritrarre lo zar Alessandro II) e in Germania, dove apprese la tecnica della stereocromia, applicata di frequente dopo il ritorno in patria nel 1866 (decorazioni di Villa Palazzi a Preganziol; pale d'altare per il duomo di Schio; decorazione della facciata della Banca Popolare di Vicenza). Negli ultimi vent'anni di attività lavorò prevalentemente per dimore private e chiese in territorio vicentino.


Burzi Ettore *

BURZI ETTORE
Budrio (Bologna) 1872 - ?
Autodidatta, lavorò fin dalla giovinezza a Venezia, Firenze e Lugano. I suoi paesaggi, soprattutto lagunari (Serenata veneziana, Lugano, Museo di Belle Arti), comparvero dagli ultimi anni del secolo alle mostre di Torino (Ora mystica, 1898) e di Milano (Armonie, Impressione, 1900), alle esposizioni romane “In Arte Li-bertas” (Venezia, 1902) e degli Acquarellisti (Porpora e oro, 1905, Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Ca' Pesaro).


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