Schmidt Heinrich*
SCHMIDT HEINRICH
Ottweiler (Germania) 1740 - Darmstadt (Germania) 1821
Pittore al servizio dei Granduchi di Assia a Darmstadt, giunse a Roma nel 1787; nel 1811 si spostò a Napoli, dove entrò in contatto con la corte murattiana. Appartengono a questi anni un Paesaggio al tramonto (1811, Napoli, Museo di Capodimonte), L'eruzione del Vesuvio (1812) e una effigie di taglio naturalistico di Gioacchino Murat nel suo studio (Caserta, Palazzo Reale). Risale al 1814 la decorazione della sala di Alessandro il Grande nella reggia di Caserta (Capitolazione di Capri, affresco, perduto).
Schiavone Ferdinando*
SCHIAVONE FERDINANDO
Fasano (Brindisi) 1862 - 1937
Studiò a Napoli all’Accademia di Belle Arti insieme al conterraneo D. Bianco e apprese l’arte della pittura decorativa da I. Perricci. Nel 1883 espose alla Promotrice napoletana L'operaio progressista- studio dal vero; al periodo napoletano appartengono anche alcuni ritratti (Ritratto di G. Toma, Ritratto di D. Morelli, entrambi del 1887). Rientrato a Fasano, trasse dal paesaggio natale alcune vedute dal candido sapore naïf (Fasano antica, 1900, coll. privata). Durante il soggiorno in Argentina (1912-1920) sviluppò una preminente attività di decoratore.
Schiattino Gerolamo*
SCHIATTINO GEROLAMO
Santa Margherita Ligure (Genova) 1828 - Firenze 1875
Allievo dell'Accademia Ligustica di Genova, negli anni '40 fu impegnato in committenze religiose locali (Madonna con le anime purganti, 1845, per la parrocchiale di Camogli, Genova; bozzetti per gli affreschi dell’abside della chiesa di San Michele di Pagana, Genova, 1845). Si spostò poi a Firenze dove probabilmente fu allievo di G. Bezzuoli. Partecipò alle mostre della Promotrice genovese con quadri di soggeto storico, di costume e di genere (1850, Elemosina presso San Lorenzo, Genova, Galleria d'Arte Moderna; 1852, Una fanciulla che fa pizzi; 1864, Dante a Montecorvo, Baccante, Gli amanti dell'astrologo).
Scetta Angelo*
SCETTA ANGELO
Civitanova del Sannio (Isernia) 1818 - Napoli dopo il 1859
Allievo di C. Angelini all'Acca demia di Belle Arti di Napoli, esordì alla Biennale Borbonica del 1835. Presente alle esposizioni borboniche del 1837 e del 1841 (1837, Autoritratto, Manlio Torquato, copia da F. Oliva; 1841, Geremia che piangendo predice la distruzione di Gerusalemme), nel 1842 vinse il pensionato a Roma con Davide e Saulle (esposto alla Mostra Borbonica del 1843, Napoli, Museo di Capodimonte). Con Orfeo che col soave suono della sua lira addormenta il Cerbero (Napoli, Museo di Capodimonte), dipinto di impronta classicista vicino ai modi di F. Marsigli, partecipò alla mostra napoletana del 1845. Saggi del pensionato e quadri di soggetto sacro figurarono alle manifestazioni del 1848 (Un episodio della strage degli innocenti, 1846; Ester alla presenza di Assuero, 1847, Napoli, Accademia di Belle Arti) e del 1859 (La Santa Teresa).
Scerbo Rosario*
SCERBO ROSARIO
Polistena (Reggio di Calabria) 1838 - Delianuova (Reggio di Calabria) 1904
Studiò nel suo paese con F. Morano e dal 1855 a Napoli, allievo di G. Mancinelli. Tornato in Calabria, dipinse quadri di genere, ritratti (Autoritratto, Polistena, biblioteca A. Borghese), soggetti sacri e di storia, con un linguaggio verista e una tavolozza dai toni pacati. Espose alla Promotrice partenopea nel 1867 (Non torna più) e nel 1873 (La fine del vizioso). A Milano nel 1872 inviò Un professiore di violino, opera che rivelava l’influenza di G. Toma. Altri dipinti furono presentai alle mostre calabresi del Novecento.
Scarselli Vittorino*
SCARSELLI VITTORINO
Montorio al Vomano (Teramo) 1873 - ?
Studiò prima con G. Della Monica a Teramo e in seguito con T. Patini a L'Aquila. La sua produzione comprende soprattutto ritratti (Ritratto di Teofilo Patini, L’Aquila, municipio; Ritratto di donna, Teramo, Museo Civico), ma anche paesaggi (Il Gran Sasso d'Italia) e dipinti sacri. Il tono intimista, reso con uno stile disinvolto di pennellate larghe e rapide, fu apprezzato dalla committenza locale. Dopo un soggiorno nel 1904 a New York, si stabilì definitivamente a Teramo.
Scarpinato Francesco*
SCARPINATO FRANCESCO
Attivo a Palermo fra il 1870 e il 1900
Paesaggista, recuperò le sugge-stioni della Scuola di Posillipo attraverso gli esempi dei conterranei F. Lojacono e A. Leto, in opere di nitida e luminosa definizione. I motivi del suo repertorio furono tratti dalle campagne e dalle marine di Palermo e comparvero a numerose mostre italiane fra il 1877 e la fine del secolo (Un tramonto in Sicilia, Ultimi raggi, esposti a Mlano nel 1884).
Scaramuzzi (Scaramuzza) Domenico Giovanni*
SCARAMUZZI (SCARAMUZZA) DOMENICO GIOVANNI
Rivolta d'Adda (Cremona) 1818 - Roma ?
Ricevuta la prima formazione artistica presso l'Accademia Carrara di Bergamo, vi ottenne un premio nel 1836 per II gladiatore ferito. Le poche opere lasciate dall’artista, soprattutto quadri di storia e ritratti si trovano a Bergamo (Autoritratto, Accademia Carrara) e nel collegio di Celana, Bergamo (La Comunione di San Luigi Gonzaga fatta da San Carlo, esposto a Firenze nel 1861). Morì prematuramente a Roma dove si era recato per perfezionarsi.
Scarabellotto Lorenzo*
SCARABELLOTTO LORENZO
Trieste ? 1796 - Rio de Janeiro (Brasile) 1852
Studiò a Trieste con P. Pupilli e con G. Camisetta, ma per la formazione di scenografo guardò a G. B. Piranesi, A. Sanquirico e T. Orsi. Alla fase giovanile appartiene la Veduta di Piazza Grande (Trieste, Museo Scaramangà). Negli anni '30, già artista maturo, eseguì numerosi interventi nella sua città natale: nel 1833- 1834 decorò Casa Hierschel con paesaggi e vedute fantastiche di impianto scenografico; con l'amico G. Gatteri dipinse il soffitto della sala del ridotto del teatro Grande (perduto) e decorò Palazzo Vucetich nel 1834. Nello stesso anno si trasferì a Roma dove lavorò al teatro Apollo, al teatro Valle e all’Argentina. Ese-guì anche numerosi paesaggi e vedute, elaborando un linguaggio che coniugava la tradizione classica e il sentimento romantico: Chiaro di luna, La Piramide di Caio Cestio (1835, Trieste, Museo Revoltella); Veduta di Roma (1836, Trieste, Museo Civico Sartorio). Per il principe A. Tor- onia lavorò nella residenza di piazza Venezia (sala alla Turca, 1836; logge al piano nobile, 1840) e nella villa di via Nomen-tana (ambienti annessi al teatro). Nel 1852 lasciò Roma per Rio de Janeiro.
Scalia Gregorio*
SCALIA GREGORIO
San Gregorio di Catania (Catania) 1844 - 1922
Dopo aver partecipato alle imprese garibaldine, studiò presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. La sua attività pittorica si svolse nella Sicilia orientale, con opere di soggetto sacro, come le Storie di S. Giovanni realizzate fra il 1869 e il 1873 nella chiesa omonima di Avola (Siracusa). Per la stessa cittadina lavorò alle decorazioni del teatro (1875) e del Palazzo Comunale. Si dedicò anche alla ritrattistica, in forme veriste.