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Giusti Guglielmo *

GIUSTI GUGLIELMO
Napoli 1824 - dopo il 1915
Figlio di Salvatore e allievo di T. Duclère, si specializzò nelle vedute di Napoli in continuità con la maniera della Scuola di Posillipo. Trattò l'olio, l'acquerello e nella maturità anche la tempera, con tocco sciolto e vivace. Fu particolarmente attivo nell’ambito del mercato straniero, ma espose sporadicamente anche alle mostre napoletane: nel 1859 esordì in qualità di allievo dell’Accademia con La festa de gigli di S. Paolino in Nola e Veduta d'Ischia con figure, con il quale ottenne la medaglia d'argento e che fu acquistato dalla famiglia reale; nel 1877 presentò Ischia (Porto e Castello) alla Mostra Nazionale. Alla Promotrice inviò nel 1883 Case alla marina di Capri (acquistato dalla Provincia di Napoli) e nel 1885 Capri-Marina Piccola e Faraglioni.


Giusti Giuseppe *

GIUSTI GIUSEPPE
Perugia 1872 - ?
Si accostò alla pittura di paesaggio attraverso il suo maestro, G. A. Sartorio, da cui apprese l’uso del colore. Nel 1895-1896 presentò due paesaggi (Il molino e Albero d'oro, Roma, Palazzo del Quirinale) alla Mostra della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma. Espose alla Biennale di Venezia del 1910 alcuni Ritratti, che risentivano dell’influsso della contemporanea pittura inglese.


Giuliano Bartolomeo *

GIULIANO BARTOLOMEO
Susa (Torino) 1825 - Milano 1909
Compiuti gli studi con G. B. Biscarra e C. Arienti all’Accademia Albertina di Torino, li perfezionò con alcuni soggiorni a Firenze. Dal 1846 espose alle mostre della Promotrice torinese dipinti di soggetto storico-letterario, elogiati dalla critica (Esuli italiani che piangono la patria perduta, 1851; Pia de' Tolomei, 1860). Nel 1857 fu nominato assistente di E. Gamba alla cattedra di disegno dell'Albertina e poi insegnante di disegno all’Accademia militare. Trasferitosi a Milano nel 1860, insegnò all’Accademia di Brera come assistente di R. Casnedi e prese parte alla vita artistica della città, esponendo opere che confermano la predilezione per il genere storico (Passaggio travaglioso per Susa dell'Imperatore Federico Barbarossa, 1865, Torino, Galleria Civica d’Arte Moderna). Si orientò poi gradualmente verso il quadro di genere, anche in costume (Idillio, Novara, Galleria d'Arte Moderna; Lo sloggio forzato, 1867, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna), e verso il paesaggio campestre, nel quale già i contemporanei ravvisarono influenze del francese J. Breton. Fu presente anche alle esposizioni di Parigi (1867, La songe de Parisina, Torino, Museo Civico), di Anversa (1885) e di Milano (1894, La conversazione galante, Monza, Villa Reale). Prese parte alla decorazione della galleria Vittorio Emanuele II di Milano con soggetti allegorici (1865-1867, L'Asia, L'Industria).


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